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Pubblicato il: 02/01/2021 17:43
“Sono molto preoccupato dall’evoluzione dell’epidemia rispetto ad una riapertura delle scuole il 7 gennaio con didattica in presenza. Diversi studi scientifici mostrano che gli studenti delle superiori contribuiscono in modo significativo alla diffusione del virus”. A dirlo, all’Adnkronos Salute, Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘Mauro Picone’ del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac) che basa le sue previsioni sui dati e fa notare che “nel Regno Unito, a causa della ripresa dell’epidemia, le scuole superiori ripartiranno il 18 gennaio ad esclusione degli studenti dell’ultimo anno, che inizieranno l’11”.
Secondo Sebastiani “la ragione e la prudenza suggeriscono di ripartire con le scuole superiori nella seconda metà di gennaio, una volta verificati che gli effetti delle misure del periodo di vacanze natalizie-inizio anno-Befana”.
Sebastiani è autore di uno studio, realizzato insieme al presidente dell’Aifa, Giorgio Palù, che identifica nella scuola un ‘punto’ debole che ha favorito la seconda ondata poiché gli studenti hanno fatto circolare il virus contagiandosi tra loro, soprattutto fuori delle scuole, e restando per la maggior parte asintomatici. Poi, a casa, hanno contagiato le famiglie. “Oltre a questo studio realizzato insieme a Palù – riferisce – di recente sono usciti altri due lavori, uno su Lancet e l’altro su Eurosurveillance, che mostrano che gli studenti delle superiori contribuiscono in modo significativo alla diffusione dell’epidemia“, ha concluso il matematico.