Vaccino covid, Arcuri: “E’ presto per consuntivi” 

Vaccino covid, Arcuri: E' presto per consuntivi

Pubblicato il: 05/01/2021 10:20

“Sono passati solo 4 giorni dall’inizio della campagna, è davvero presto e sarebbe strumentale fare già consuntivi. Sono certo che lo spirito di collaborazione che abbiamo messo in campo porterà rapidamente ad azzerare queste asimmetrie” tra le regioni. Sono le parole del commissario straordinario Domenico Arcuri in una lettera pubblicata su il Corriere della Sera. “Non servono astrazioni o pregiudizi. Quell’epopea di rinascita e rigenerazione non basta invocarla. Dobbiamo tutti contribuire affinché accada”.

Il Commissario spiega come funzionerà il piano di vaccinazione: “L’Italia ha promosso un sistema centralizzato, conferendo all’Ue la responsabilità di negoziare con le aziende produttrici, di acquistare il massimo numero possibile di dosi e di ripartirle fra i Paesi membri in percentuale alla popolazione. A noi tocca il 13,46%. Non solo: tutti i Paesi si sono impegnati a non procedere ad acquisti diretti. È stata ed è una bella pagina dell’Europa”.

“All’Italia – prosegue – spettano quest’ anno 40 milioni di dosi Pfizer: si comincia con 2.349.750 a gennaio e 1.879.800 a febbraio, con una frequenza di 470mila dosi la settimana. Ecco la risposta alla prima domanda: la Pfizer è la sola azienda autorizzata a immettere in commercio il proprio vaccino; lo distribuisce ai Paesi Ue in percentuale alla loro popolazione; all’Italia spetta il 13,46%; riceviamo quindi 470mila dosi a settimana. Saremmo i primi a volerne molte di più. Perciò aspettiamo Moderna: sarebbero altre 20 milioni di dosi per l’Italia”.

Dal 27 dicembre “in poche ore i vaccini, insieme a siringhe, aghi e diluenti, sono stati consegnati ai 293 punti di somministrazione preposti alla vaccinazione. Che spetta alle Regioni – precisa Arcuri – Il piano per la vaccinazione è stato approvato dal Parlamento il 2 dicembre. Contiene alcune importanti decisioni. Il vaccino è gratuito per tutti e non è obbligatorio per nessuno”.

“Sono individuate le categorie dei cittadini da vaccinare nel corso del tempo in funzione di due parametri: il livello di esposizione potenziale al contagio e la fragilità. Prima il personale sanitario e sociosanitario dei presidi ospedalieri, nonché il personale e gli ospiti delle Rsa, per un totale di un milione e 800 mila persone a cui contiamo di somministrare entrambe le dosi entro il prossimo mese”. Poi “a febbraio partiremo con le persone che hanno più di 80 anni, oltre 4 milioni. Poi saranno vaccinati gli anziani dai 60 agli 80 anni, le forze dell’ordine, gli insegnanti e il personale scolastico, i fornitori di servizi pubblici essenziali, gli operatori del trasporto pubblico locale, il personale carcerario e i detenuti. E, infine, il resto della popolazione”.

“Serviranno milioni di dosi (fino a 120 per tutti gli italiani) e, quando ci saranno, sarà avviata la campagna di vaccinazione di massa, che speriamo di concludere in autunno. I punti di somministrazione diventeranno 1.500, uno ogni 40mila abitanti” e “serviranno dei rinforzi. Abbiamo avviato una «call» pubblica e ricevuto 22mila candidature di medici e infermieri”. Quattro giorni fa è entrata in vigore la norma che ci consente di attivarli. I primi saranno formati ed inviati sui territori entro la fine del mese. Per raggiungere la fatidica immunità di gregge servono i vaccini, un piano e la capacità di somministrarli in fretta”.