Italiani di ‘Noi con Trump’: “Lui non c’entra con violenze, si rivoti” 

Italiani di 'Noi con Trump': Lui non c'entra con violenze, si rivoti

(Afp)

Pubblicato il: 07/01/2021 10:19

Il presidente americano uscente Donald Trump ”non ha colpe” nelle azioni di ”violenza di ieri” al Congresso, che ”condanniamo” perché ”crediamo che la forza sia la strada di chi non ha argomenti” e che sia necessario tornare alle urne. Lo dichiara ad Adnkronos Claudio Lauretti, uno dei fondatori dell’associazione ‘Noi con Trump’, circa 60mila iscritti come riporta il portale Web.

”La violenza di ieri ha due profonde origini che rischiano di creare conseguenze sempre più gravi. La prima causa è che da decenni la democrazia è vilipesa e soggiogata da multinazionali, filantropi e aberrazioni simili. Trump è solo la risposta del popolo all’establishment”, ritiene Lauretti. ”La seconda è che la frustrazione del popolo sfocia in una narrazione di fantasie sensazionalistiche che si è allontanata sempre più dalla realtà ed è costruita su anni di risentimento e oppressione, considerando anche i potenziali fomentatori d’odio che non hanno nulla a che vedere con i milioni di cittadini onesti e in buona fede che sono scesi per le strade di Washington per sostenere il presidente Trump”.

Il blogger invita anche a ”interrogarsi sul comportamento del MainStream Usa e internazionale che ha decretato la vittoria di Biden fin dalla notte del 3 novembre, fomentando gli animi di chi in buona fede segue il presidente Trump. Non c’è mai stata alcuna possibilità di contraddittorio (neanche in Italia), non hanno mai minimamente preso in considerazione la questione brogli, per questo siamo giunti ad oggi con una grande manifestazione di popolo. Oltre due milioni di persone in un ambiente ostile? Può succedere di tutto. Questa è una pagina buia della democrazia americana. Nulla sarà come prima se non si arriva a un compromesso”.

Il gruppo pro Trump ritiene quindi che le elezioni vadano ”annullate o ripetute con dei criteri diversi a garanzia del processo elettorale e della democrazia, anche perché con uno scarto di oltre 7 milioni di voti non dovrebbero aver nulla da temere i democratici a riaffermare la loro vittoria”.