Governo Draghi, tutto tecnico o modello Ciampi? Rebus squadra  

(Adnkronos)

La formula ancora non c’è. A otto ore dall’incarico, accettato con riserva, non è ancora chiaro se quello di Mario Draghi sarà un governo squisitamente tecnico o se virerà sul cosiddetto ‘modello Ciampi’, con innesti politici. L’unica certezza è che, al momento, c’è un problema non secondario: i numeri non tornano, non sono scontati nemmeno per un super big qual è considerato l’ex numero uno della Bce. Resta il no dei 5 Stelle, al momento decisivo: ci sono frizioni, ma il gruppo al momento sembra tenere sulla porta chiusa a un governo tecnico, non ci sono spaccature preludio di una scissione.

Una squadra a metà strada tra il tecnico e il politico potrebbe agevolare la nascita dell’esecutivo Draghi, allargandone il perimetro alla cosiddetta ‘maggioranza Ursula’. Con la Lega, però, che potrebbe restare fuori dai giochi, all’opposizione con Fdi. Mentre continuano i ragionamenti e si accavallano gli interrogativi sulla formula del futuro governo -bocche cucite a Palazzo Chigi sul colloquio tra Draghi e il premier uscente Giuseppe Conte- impazza il totonomi sui futuri ministri che sederanno al fianco dell’ex banchiere in Cdm. Tra i nomi più gettonati, c’è senz’altro quello di Fabio Panetta, che potrebbe dire addio al board della Bce per entrare al dicastero più ambito, quello dell’Economia.

Ma rumors si rincorrono anche su altri ‘Draghi boys’, tra questi Lorenzo Bini Smaghi, Dario Scannapieco e anche Lucrezia Reichlin. E salgono le quotazioni di ‘mister spending review’, Carlo Cottarelli, mentre altro nome che rimbalza è quello di Andrea Prencipe, Rettore dell’Università Luiss Guido Carli, come quello del super manager scelto da Conte per guidare la task force della fase III, Vittorio Colao. Un posto nel governo potrebbe spettare a Marta Cartabia, già presidente della Consulta e che in molti davano in arrivo a Palazzo Chigi: potrebbe invece essere destinata al dicastero della Giustizia, dove, altro nome che circola, è quello di Paola Severino, ex ministra e giurista estremamente stimata.

All’Interno potrebbe esserci la conferma di Luciana Lamorgese, mentre gli occhi sono puntati anche sul ministero della Salute: importante capire chi sarà chiamato a gestire l’emergenza Covid. Su questa pedina, circola il nome di Antonella Polimeli, ex preside della facoltà di Medicina dell’Università Sapienza e attuale rettrice dell’ateneo capitolino. Ammesso che l’attuale ministro, Roberto Speranza, non resti al suo posto.

Se infatti il governo dovesse tingersi di politica, si cercherà di coinvolgere i big dei partiti coinvolti. Con l’eventuale sì del M5S, un posto nell’esecutivo sarebbe sicuramente destinato a Luigi Di Maio, ma anche il premier Giuseppe Conte -benché oggi prima di incontrare Draghi abbia detto ad alcuni ministri uscenti a lui vicino che avrebbe declinato qualsiasi offerta- potrebbe andare ad occuparne una casella. Così come il viceministro uscente Stefano Buffagni, nome noto negli ambienti milanesi.

Per i dem, spazio a Dario Franceschini, Graziano Delrio, Francesco Boccia, mentre per Iv, i nomi potrebbero essere quelli di Ettore Rosato, Maria Elena Boschi e Teresa Bellanova, ammesso che Matteo Renzi non decida di entrare in prima persona a far parte della squadra. Fi dovrebbe sciogliere la riserva evitando di spaccare la coalizione di centrodestra prima di decidere chi eventualmente, tra gli azzurri, far entrare in partita come ministro d’area.