Ancorotti (Cosmetica Italia): “L’industria bellezza ha resistito al Covid”  

Roma, 4 feb. (Labitalia)

“Il settore della cosmetica, in Italia, ha registrato un livello di resilienza del settore importante, confermando l’anticiclicità del settore”. Così, in un’intervista all’Adnkronos/Labitalia, Renato Ancorotti, presidente di Cosmetica Italia, voce dell’industria cosmetica nazionale e della sua filiera. “Il nostro – fa notare – è un settore che si è adattato alle nuove richieste del coronavirus: basti pensare che l’investimento per quanto riguarda ricerca e sviluppo si è mantenuto sul 6%, che è il doppio dell’investimento delle aziende manifatturiere italiane. E’ un dato che ci conforta moltissimo e che significa che le aziende, nonostante la pandemia, hanno investito moltissimo”.

“I dati preconsuntivi sulla chiusura del 2020 – spiega – delineano una contrazione del fatturato globale del settore cosmetico di circa il 12%. A farla da padrone in questa discesa è il calo delle esportazioni pari al 17%. L’export rimane, però, un punto importante pensando che nel 2019 l’Italia aveva riportato sulla Bilancia dei pagamenti 3 miliardi”.

Questo, sottolinea, “la dice lunga sulla concezione che hanno all’estero del made in Italy, che vede come primo Paese di esportazione la Francia”.

“Certo – ammette Ancorotti – i dati non sono positivi, ma, volendo essere ottimisti, un certo tipo di ripresa si è vista, ora è un po’ calata. Speriamo anche che il made in Italy si riproporrà con forza, questo è un discorso che dipende molto dal governo. Ci vogliono azioni molto forti sul made in Itay perché è il fiore all’occhiello della produzione nazionale con il livello esportativo che ha“.

“Considerando quanto accaduto nel 2020, a cavallo dei due episodi di picco del coronavirus, non possiamo trascurare l’importanza della reattività del settore cosmetico e parallelamente dei consumi nazionali, che hanno ripreso in maniera quasi inaspettata pur confermando saldi finali negativi, ma meno critici di quanto si potesse prevedere”, aggiunge.

I condizionamenti, sia sulla mobilità dei consumatori – precisa – e sia sulla opportunità o meno di apertura dei negozi fisici, incideranno sulla possibilità di un rilancio. La ripresa che auspichiamo, sicuramente lontana dai livelli della fine del 2019, è strettamente legata alla natura anticiclica del comparto”.

“Abbiamo avuto un calo del make up e anche della profumeria alcolica perché ovviamente uscendo più raramente, con lo smartworking, si utilizzano meno questi prodotti”. “Nello stesso tempo – osserva – abbiamo avuto degli aumenti; è il caso dei saponi in ottemperanza alle regole che ci sono state date per il non propagarsi del virus”.

Anche le tinture per capelli e le creme skin care – ricorda – hanno registrato un aumento delle vendite perché a casa le persone hanno avuto più tempo per utilizzare alcuni prodotti cosmetici. Da non sottovalutare – fa notare Ancorotti – il discorso della coccola: dal punto di vista psicofisco, stando in casa, è importante non potendo uscire coccolarsi con i prodotti cosmetici. Lo stesso utilizzo della mascherina ha generato una serie di esigenze legate alla cura della pelle e al trucco”.

“Anche se è un po’ più difficoltoso usare il rossetto sotto la mascherina – sottolinea – si può tranquillamente usare il mascara, truccando così la parte degli occhi che sono comunque esposti. Altro dato – continua il presidente di Cosmetica Italia – è che, per la prima volta, la farmacia supera il fatturato della profumeria, anche perché è un luogo che, anche per motivi igienico-sanitari, è stato molto frequentato in questo periodo“.