Governo Draghi, oggi prime consultazioni: le news  

(Adnkronos)

Dopo aver accettato l’incarico ricevuto da Mattarella con riserva, primo giro di incontri per il premier incaricato Mario Draghi con le forze politiche per trovare una nuova maggioranza e formare un governo in seguito alla crisi e alle dimissioni di Conte.

10.51 – “Io mi aspetto un governo autorevole con il quale potere dialogare, un governo capace di sapere ascoltare e condividere le esigenze della mia terra”. A parlare, in una intervista all’Adnkronos, è il Presidente della Regione siciliana Nello Musumeci che commenta così l’incarico del Capo dello Stato all’ex Presidente della Bce Mario Draghi, che ha accettato con riserva. “In particolare – dice ancora il governatore Musumeci – penso alla necessità di un confronto senza pregiudizi sulle infrastrutture strategiche di cui la Sicilia ha estremo bisogno per diventare competitiva nel bacino mediterraneo”. E aggiunge: “Mi aspetto un governo che sappia dare finalmente seguito alla richiesta avanzata da noi due anni fa circa la nomina di un commissario straordinario che, in deroga alle norme ordinarie, possa mettere in condizioni di essere utilizzabili alcune centinaia di chilometri di strade provinciali”.

“Mi auguro ci sia un governo al quale possiamo chiedere di dare centralità alla Sicilia nei prossimi progetti comunitari focalizzati sul drammatico tema della desertificazione, della siccità e del degrado ambientale- aggiunge ancora il Presidente della Regione siciliana – Che questo governo sia tecnico, o politico, o un po’ l’uno e un po’ l’altro, oggi appare marginale”. “L’ho già detto e non ho difficoltà a ripeterlo che ad un governo in crisi preferiamo una crisi di governo, presupposto necessario per chiamare gli italiani alle urne”, ribadisce. E alla domanda se in questo momento è il casodi andare al voto, Musumeci replica: “Dipende. In questo momento c’è bisogno di un governo autorevole e capace di governare”.

Per Nello Musumeci “oggi non servirebbe un governo fragile e debole e per giunta delegittimato dalle forze politiche, guai se fosse così”. Il rischio c’è? “Da quello che si sente e si legge, nelle ultime ore, sembrerebbe scontato il disimpegno di alcuni gruppi parlamentari – aggiunge – In casi come questo l’interesse di parte deve sapere cedere il passo ai superiori interessi della nazione”. E alla domanda su qual è il suo giudizio sul governo Conte, Musumeci così risponde all’Adnkronos: “Sarei ingeneroso se non dicessi che la condotta del Presidente Conte nei confronti del Presidente della Regione, sia stata assolutamente rispettosa del ruolo istituzionale e attenta alle nostre sollecitazioni”. Ma aggiunge subito dopo: “Non sempre, non per tutto. E credo di non dire una bestemmia quando dico che spesso il premier Conte ha dovuto subire pressioni non solo romane ma anche siciliane, in obbedienza alla legge del tanto peggio tanto meglio”.

10.39 – “Sono stato contattato da alcuni colleghi M5S, ora si tratta di fare il salto e avere il coraggio”. Così Emilio Carelli, ospite di Omnibus su La7, risponde a chi gli chiede se ci sono pentastellati pronti a seguirlo. “Sono pochi, alcune unità, stiamo parlando”. Secondo l’ex pentastellato, legarsi al nome di Conte in questa crisi politica è stato un errore: “Politicamente il risultato è stato negativo. Sarebbe stato un non errore se avessimo portato a casa un governo politico con alleanza politica fra i tre-quattro partiti che c’erano. Se il risultato per portare a casa un nuovo governo era sacrificare Conte – ha spiegato ancora – probabilmente, col senno di poi, dobbiamo dire che forse si doveva cedere su quel punto, e sul fatto di mettere condizioni su alcuni ministri come Bonafede. A mio parere, anche quello è stato un errore”. “Spero che Draghi faccia come Ciampi, si scelga politici di livello”, ha poi aggiunto Carelli sul possibile governo Draghi. “La strada – avverte – mi pare in salita”.

10.38 – “Oggi il Presidente incaricato Mario Draghi inizia le consultazioni delle forze politiche e sociali. Il Pd non farà mancare il suo contributo di idee e proposte per fermare la pandemia e far ripartire il Paese nel segno della sostenibilità e delle riforme”. Lo scrive su Twitter la vice ministra degli Esteri Marina Sereni.

10.33 – “È un momento difficile, lo è per la politica ma lo è ancora di più per il nostro Paese che non può più aspettare. La strada maestra da perseguire è indicata dalle parole del Presidente della Repubblica”. Così il sottosegretario alla Difesa Angelo Tofalo.

10.20 – “Mario Draghi gode dell’affetto e della stima di tutti e si è visto che al Quirinale con il Presidente della Repubblica praticamente era tutto un ‘caro Mario’ e un ‘caro Sergio’… Il problema è che lui è davvero l’ultima spiaggia, perché poi restano solo le elezioni”. Lo dice all’Adnkronos Massimiliano Cencelli, autore dell’omonimo Manuale sui criteri per la distribuzione degli incarichi di governo e sottogoverno.

A lui, dunque, pare evidente che il calibro di difficoltà dell’incarico di Draghi nella formazione del nuovo esecutivo varia a seconda di quale opzione prevarrà nell’alternativa tra governo tecnico e governo tecnico-politico, o politico tout court: “Un conto è un governo tecnico rispetto al quale lui potrà selezionare, individuare e proporre i ministri in base a un preciso mandato del Capo dello Stato, e allora non dovrà praticamente rendere conto a nessuno dei leader politici”.

“Un altro conto è un governo politico, chiamato, tra l’altro, a dover rispondere a cento situazioni politiche diverse, e per il quale, invece, il confronto con i partiti sarà essenziale. Qual è la soluzione migliore? Ai posteri l’ardua sentenza… Certo è che, se prevarrà l’opzione del governo politico, allora, sì, anche superMario dovrà far ricorso al Manuale”. Al Manuale Cencelli, per l’appunto.

10.16 – “È evidente che, senza l’appoggio del M5S a Draghi, un’alleanza futura sarebbe più difficile ma noi contiamo sul fatto che, a partire dall’esperienza del governo Conte, si è costruito un rapporto e un percorso che anche il Movimento Cinque Stelle considererebbe sbagliato interrompere”. Lo ha detto il senatore Franco Mirabelli, vice presidente dei senatori del Pd, a Uno Mattina.

“Ora siamo impegnati a costruire una posizione comune per dare una maggioranza larga al nuovo governo, sapendo che i problemi sono tanti ma che oggi quello che deve prevalere, così come ha prevalso in questi mesi, è la responsabilità nei confronti del Paese in un momento difficilissimo -ha spiegato Mirabelli-. Credo che alle elezioni si possa sempre andare e ci si possa sempre scivolare. Credo, però, che il Presidente della Repubblica abbia spiegato benissimo perché, in questa fase, perdere quattro o cinque mesi, mentre abbiamo bisogno di fare la campagna vaccinale, affrontare il tema della pandemia, decidere come utilizzare i soldi del Recovery Fund, sarebbe una follia che il Paese non si può permettere”.

“Di fronte a questo appello credo che tutte le forze politiche dovranno riflettere. Noi lo faremo insieme a chi ha condiviso con noi un’esperienza di governo, che ha avuto limiti ma ha affrontato bene un’emergenza”, ha concluso.

10.03 – “Il ministero della Sanità va avanti, però è normale che vi sia un rallentamento. Si potrebbero fare molte più cose, ma siamo rallentati a causa di questa crisi ingiusta e inopportuna in un momento come questo”. Lo ha affermato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri (M5S), alla trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “Quando accade una crisi come questa che stiamo vivendo – ha precisato – è inevitabile che ci sia un rallentamento, anche legato alla concentrazione, perché hai anche altri problemi da risolvere”.

“L’Italia – ha osservato Suleri – è come un malato in questo momento e sarebbe necessario che tutti lavorassimo uniti per accudirlo. Invece qualcuno in questa situazione ha deciso di staccarsi”.

9.58 – “Una cosa abbiamo sempre ripetuto, che non avremmo dato vita a governi con i sovranisti, questo significa lavorare per garantire al tentativo di Draghi una maggioranza parlamentare ampia con un’assunzione di responsabilità da parte dell’alleanza che abbiamo coltivato con 5S e Leu”. Lo dice Gianni Cuperlo a la Stampa.

“Ripeto, la nostra parte siamo pronti a farla nella chiarezza di una vocazione europeista e di un’ampia maggioranza in Parlamento per la quale siamo impegnati. Se poi questo scenario si rivelasse impossibile la strada più logica diverrebbe quella di un governo a termine per portare il paese al voto entro l’estate. Un esito che non abbiamo voluto né cercato ma che gli eventi potrebbero determinare”, sottolinea il dirigente del Pd.

9.56 – “Direi a Draghi di conservare un Governo politico, perché in questo momento” all’Italia “serve un Governo politico. La volontà popolare è espressa dai soggetti che sono stati eletti in Parlamento, come il sottoscritto. La democrazia è questa. Poi è chiaro che adesso iniziano le consultazioni, si ascolta e si valuta, ma rimaniamo uniti nella richiesta di un Governo politico”. Lo ha dichiarato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri (M5S), alla trasmissione ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus.

9.51 – “L’arrivo di Mario Draghi è stato un meteorite che chiama la politica alle proprie responsabilità. Da parte di Forza Italia c’è disponibilità totale ad ascoltare una personalità autorevole e competente come l’ex presidente della Bce che il presidente Berlusconi chiamò e volle a ruoli di grande responsabilità. Bisogna vedere adesso quale sarà il suo programma, le idee e i progetti che metterà sul tavolo delle consultazioni. In altre parole si dovrà verificare qual è la visione di Paese che ha in mente per portarlo in salvo dalle secche di una crisi dovuta anche per l’incapacità di un governo fallimentare. Una cosa è certa, serve un esecutivo capace e coeso. Lo impongono i tempi che viviamo”. Lo dichiara Giorgio Mulè, deputato di Forza Italia e portavoce dei gruppi azzurri di Camera e Senato, a Radio Anch’io.

9.27 – “In queste ore stiamo proponendo anche a Leu e al M5S di sostenere il governo. Draghi potrebbe già avere una maggioranza che lo sostiene, è quella che in Europa ha eletto Ursula von der Leyen. Una maggioranza europeista con la grande responsabilità di scrivere un Recovery per l’Italia dei prossimi anni e rivolto alle prossime generazioni”. Lo dice il capogruppo Pd a palazzo Madama Andrea Marcucci al ‘Messaggero’.

“Io faccio riferimento a un’esperienza che vissi come giovanissimo deputato nel 1993. Parlo del governo Ciampi, un esecutivo che gestì un’altra fase eccezionale della nostra storia nazionale. Quello fu un governo presieduto da una personalità notevole come il futuro capo dello Stato, ma con ministri e sottosegretari espressione di partiti. Inutile che le ricordi che Ciampi e Draghi nei loro percorsi di carriera hanno tratti molto simili. Spero che Draghi segua quel modello”, ha detto Marcucci a ‘Qn’.

“Sul tema elezioni mi bastano le parole del Capo dello Stato. La penso come lui. L’Italia non può permettersi un turno elettorale in queste condizioni”, ha aggiunto.

9.09 – “Considero impraticabile sommare i nostri voti a quelli della destra nazionalista di Salvini e Meloni. Perché con i razzisti proprio no: c’è un limite a tutto”. Lo dice Nicola Fratoianni a ‘Repubblica’.

Il no a Draghi non è ancora deciso? “Non l’abbiamo ancora detto. Non credo che esistano governi tecnici o neutri, perché ogni governo è politico”, replica il segretario di SI che poi spiega: “Dipende dalla maggioranza che lo sosterrà. Considero impraticabile sommare i nostri voti alla destra nazionalista di Salvini e Meloni. Perché con i razzisti proprio no: c’è un limite a tutto. E poi ci saranno da valutare i contenuti, il programma”.

“Se il governo che nasce continuerà nella difesa di chi è più debole e prorogherà il blocco dei licenziamenti, la cassa integrazione, il sostegno al reddito, gli investimenti nella sanità pubblica, è un conto. Se il governo a cui si lavora vuole il Ponte sullo Stretto, la flat tax ed è il governo di chi considera l’Arabia Saudita il nuovo Rinascimento, è tutt’altro e non ci piace”, sottolinea Fratoianni.

9.01 – “Il mio partito, ancora qualche giorno fa nell’intervista di Berlusconi al Corriere della Sera, ha chiesto un governo di unità nazionale con le migliori risorse del Paese: le parole di Mattarella e la scelta di Draghi vanno proprio in questa direzione. Non possiamo chiamarci fuori”. Lo dice Renato Brunetta al ‘Corriere della sera’.

“Dobbiamo confrontarci con Draghi senza indecisioni e tentennamenti: ascolteremo quello che avrà da dirci e diremo quello che pensiamo serva al Paese. Per cominciare, non un governo sul modello Monti: grazie, abbiamo già dato. Deve essere un governo dei migliori, composto dalla migliore classe politica, parlamentare o meno ma politica perché il voto che si dà è politico”, sottolinea l’esponente dei FI.

Su una divisione del centrodestra, Brunetta dice: “Già è successo che Salvini andasse al governo con il M5S mentre noi eravamo all’opposizione, e FI disse sì all’esecutivo Letta e la Lega no. Abbiamo continuato ad essere uniti e a vincere. Ma ora è il momento di presentarsi uniti e ascoltare quello che Draghi ci dirà. Senza restare a guardare mangiando popcorn, che a me neanche piacciono…”.

09.00 – “Nessuna forza in Parlamento ha interesse a mettersi di traverso in questa fase, significherebbe andare contro il Paese”. Se Draghi ce la farà, anche i Cinquestelle “troveranno il modo di digerirlo. Stiamo parlando di un partito con una rappresentanza del tutto abusiva. Non hanno più quel 32 per cento che li ha portati in Parlamento, se arrivano al 15 è già grasso che cola”. Lo dice in un’intervista a Repubblica Rino Formica, socialista e più volte ministro, ricordando che Draghi fu nominato direttore generale del Tesoro, “quando io ero ministro delle Finanze nel governo Andreotti del 1990. Lo scelse Guido Carli. Se può durare, dipende per quanto tempo durerà lo stato di necessità che i partiti hanno l’obbligo di sostenere per fare fronte alla pandemia e al Recovery. Ce la farà fino al 3 agosto, quando scoccherà il semestre bianco. Il Presidente della Repubblica non potrà più sciogliere le Camere e la vita di Draghi diventerà impossibile”.

Perché Mattarella ha scelto proprio lui? “È il garante della nostra credibilità internazionale – risponde Formica – Lei ne vede altri in giro? Io no. La nostra crisi interna rischiava d’infettare anche gli altri Paesi. Le sorgenti del ribellismo e delle disgregazioni populiste si annidano ovunque. Draghi rassicura, e offre garanzie sull’uso dei fondi”. “Un ministero pesante a Conte? “No -afferma – lascerei fuori i protagonisti dei veleni, i sacerdoti del salvo intese. E Renzi resta un guastatore. A scopone è l’uomo dello spariglio, non potrebbe mai dare le carte, alla lunga non costruisce nulla, perché la sua passione per la demolizione prevale. Ha voluto pure Conte e poi l’ha fatto cadere”.

“Il Pd era convinto di assorbire i populisti – prosegue Formica – ma era un errore figlio della vecchia spocchia dei comunisti e della sinistra dc. I democristiani erano convinti che la Balena bianca avrebbe ingoiato tutto, invece i grillini li hanno contaminati portandoli in un luogo deserto”. Draghi è come Monti? “Per niente -risponde Formica – Monti è un professore che conosce solo i libri che ha studiato, e il libro che ha scritto. Draghi la dottrina, ma anche la pratica. Quello che ha fatto alla Bce è stata raffinatissima politica. Per Monti il debito è sempre un male, Draghi invece distingue tra debito buono e cattivo”. Quello che nascerà è un governo di i tregua istituzionale”. Nell’ultimo mese “è andato in scena un dramma interno al sistema politico che Cossiga aveva già lucidamente denunciato nel messaggio alle Camere del giugno 1991”. I problemi di 30 anni fa “sono ancora tutti sul tappeto. Si è cercato di cambiare le leggi elettorali e di avvicendare i partiti e i leader, ma si sono ignorate le ragioni interne della crisi. Siamo eternamente nelle mani degli ascari, come ai tempi di Giolitti: almeno quelli erano più dignitosi dei responsabili che avrebbero dovuto salvare Conte”.

8.57 – “Il nostro obiettivo era semplicemente dar vita a un governo migliore di quello uscente. Credo che ci siamo riusciti e che nessuno possa più far polemica sull’opportunità della crisi. Abbiamo fin dall’inizio espresso a Mattarella la nostra disponibilità a sostenere un governo nato da una sua eventuale iniziativa. E a maggior ragione con l’incarico a Draghi pensiamo sia la cosa giusta”. Così, al Messaggero, Maria Elena Boschi, che spiega come “su tutti i punti che avevamo posto negli ultimi mesi, piano vaccini, fondi per la sanità con il Mes, riforma della giustizia, tav ci siamo sentiti dire di no. Più davamo disponibilità, più trovavamo muri”.

Quanto alla proposta che io non facessi il ministro ine Conte ter, “la verità è che ho fatto un passo indietro io, d’accordo con Matteo Renzi – racconta la presidente dei deputati renziani – Non avevo e non ho mai chiesto nulla. Dato che il mio nome rischiava di essere usato come pretesto da qualcuno, ho preferito togliere alibi. Del resto questo era stato lo stile anche di Bellanova, Bonetti e Scalfarotto. Ma evidentemente non di Azzolina, Bonafede e di altri”.

“Mi pare prematuro sapere cosa faranno FI e Lega – dice ancora la Boschi – Di sicuro sono in forte difficoltà a dire no all’appello di Mattarella e a una figura come Mario Draghi in un simile momento. Ciò detto, il governo che nascerà sarà un governo istituzionale per rispondere ai bisogni del Paese, non una nuova coalizione politica. C’è un allarme per la situazione della pandemia e per l’utilizzo delle risorse europee: utilizziamo questo periodo per lavorare nell’interesse dell’Italia, non per costruire nuovi poli”.

Riguardo la fine dell’alleanza fra Pd e Iv, la Boschi afferma che “in molte regioni e comuni stiamo governando insieme, a cominciare da Firenze e la Toscana. Non credo che i sindaci vorranno rompere le coalizioni solo perché lo chiede Goffredo Bettini. Più che le future alleanze elettorali, mi preoccupa che ci sia presto un governo capace di varare un piano vaccini, riaprire le scuole, spendere bene i 200 miliardi del Recovery e bloccare l’emorragia di posti di lavoro”.

E’ possibile cambiare in corsa il ministro della Sanità in piena pandemia? Conte avrà un ruolo nel prossimo governo? “Non sta a me dirlo – risponde la Boschi – Valuteranno Mattarella e Draghi. Roberto Speranza è un amico, ma se si cambia il presidente del Consiglio penso si debba lasciare al nuovo incaricato ampia libertà di valutazione anche sulla squadra. Lo stesso discorso vale anche per il ruolo e le ambizioni personali di Giuseppe Conte. Definire Mario Draghi un’occasione persa – conclude – sarebbe ridicolo e offensivo per lui e per Mattarella che lo ha indicato: Draghi è un orgoglio del Paese. Sicuramente ci sarebbero stati nomi di donne di alto profilo capaci di svolgere questo ruolo, ma penso che per l’esperienza maturata in Europa in questi anni e la competenza economico-finanziaria, oltre che per sensibilità politica, Fraghi sia un nome eccellente. E sono convinta che presto arriverà anche il momento per una donna alla guida del governo”.

8.56 – “Io penso che dobbiamo partire dal rapporto tra Pd, 5 Stelle e Leu, perché è un rapporto politico importante. È stato importante per il governo Conte, lo sarà per il governo Draghi. Non solo, sarà importante per le prossime elezioni amministrative e per le future elezioni politiche. Infatti mi aspetto una saggia conversione dei Cinque Stelle a favore di Draghi”. Lo dice Luigi Zanda al ‘Corriere della sera’.

“Bisogna aspettare per capire bene il posizionamento di ogni partito, aspettiamo le consultazioni di Draghi. Io penso che il governo nascerà con una maggioranza consistente”, spiega il senatore del Pd.

“Draghi, lo si è già visto dalle sue dichiarazioni al Quirinale, cambierà il linguaggio della politica. Noi dovremo adeguarci alla sua chiarezza e alla sua precisione. Ha un modo di esporre che è molto lontano dai nostri discorsi spesso molto bizantini”, sottolinea ancora Zanda.

8.33 – La legislatura durerà fino al 2023. Quanto al capo dello Stato deciderà il Parlamento tra un anno. Ora preoccupiamoci di dare la fiducia al governo e lasciamolo partire per la sua navigazione”. Lo dice Matteo Renzi a ‘Repubblica’.

Il Recovery va riscritto? “Fossi il premier io lo farei. Una buona squadra scrive il Recovery in tre giorni. Quello che è importante è evitare di spendere i soldi in micro-mance come quelle di molte misure della Legge di Bilancio e avere una visione strategica chiara”, dice Renzi che poi torna alle ore della crisi: “Ho vissuto con molto dolore l’aggressione mediatica di queste settimane: l’odio e il pregiudizio non mi avevano mai fatto male come stavolta, devo confessarlo. Ma il fatto che a Palazzo Chigi stia per arrivare Draghi ci rinfranca per tutte le polemiche. Molti finalmente capiscono perché abbiamo fatto la crisi. Nonostante tutto, sì, ne valeva la pena”.

Ora ministri tecnici o politici? “Non ho la minima idea. Non tocca a me deciderlo. Deciderà Draghi. Io voterò la fiducia sia con ministri solo tecnici che con ministri politici”, replica Renzi. E Conte ministro? “Dopo aver passato un mese a discutere di Conte premier, spero che non perdiamo un altro mese a capire quale ministero chiede”, dice il leader di Iv, e su un suo ruolo nel nuovo esecutivo sentenzia: “”Non sono della partita, sono troppo divisivo”.

8.12 – Mario Draghi, dopo l’incarico conferito dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, prepara le consultazioni con i rappresentanti delle forze politiche, che dovrebbero iniziare nel pomeriggio in uno studio di Montecitorio e potrebbero durare un paio di giorni. Mattarella non ha posto limiti temporali al tentativo di Draghi di formare un governo, anche perché entrambi hanno convenuto sulla complessità della situazione e sul fatto che la strada da percorrere al momento appare in salita.

7.27 – “La Lega ascolterà quel che verrà proposto. Poi valuterà e infine deciderà il da farsi. Dopo un confronto con tutto il centrodestra, ovvio. Con una premessa: le elezioni sarebbero per noi la soluzione migliore per dare un governo davvero stabile e duraturo al Paese”. Così a Repubblica il capogruppo della Lega Massimiliano Romeo, che afferma che “noi non abbiamo pregiudiziali. Essendoci in campo un nome di alto profilo come quello dell’ex presidente della Bce Mario Draghi, riteniamo corretto quantomeno ascoltare le proposte che ha da avanzare. Prenderemo una decisione solo dopo averlo incontrato”.

“Abbiamo un nostro pacchetto di proposte che verranno sottoposte al presidente incaricato – annuncia il senatore leghista – abbassamento delle tasse, sospensione del codice degli appalti, un piano vaccinale serio, la ripartenza delle scuole in sicurezza e delle attività economiche, il no alla patrimoniale, alla riforma delle pensioni e all’aumento dell’Imu. Sono i grandi temi che secondo noi devono essere preliminarmente al centro di qualsiasi confronto. Ecco, vogliamo capire cosa ne pensa Mario Draghi”.

“Se si tratta di un governo tecnico stile Monti – prosegue Romeo – che propone al Paese lacrime e sangue, la Lega non siede nemmeno al tavolo a parlare. La situazione è talmente drammatica che non si può pensare di infierire oltre, i cittadini hanno bisogno di fiducia, di certezze e di aiuti. E, come loro, tutto il mondo imprenditoriale. Certo è – precisa – che se si chiede il sostegno al Parlamento, è chiaro che la politica deve poter svolgere il suo ruolo, non può abdicare a dei tecnici. Prima di prendere le decisioni, ripeto, ascolteremo e ci confronteremo con tutto il centrodestra. Essere uniti ci ha consentito di stoppare il Conte ter. Bisogna tenere compatto il centrodestra anche in questo frangente importante”.

Centrodestra unito alle consultazioni con Draghi? “Penso che questo sia lo spirito che Matteo Salvini intende portare avanti – risponde – I leader dei partiti decideranno il da farsi, vogliamo capire l’orizzonte temporale di questo governo, prima di poter pensare a formule varie. Noi insistiamo sul fatto che il modo migliore per esprimere un governo sia passare attraverso il voto degli elettori. Si è votato per regionali e si voterà per le comunali in primavera. Si potrebbe votare anche per le politiche. Per noi resta la soluzione più logica. Tutti noi siamo d’accordo sul ritorno alle urne. Però, di fronte a questo appello del capo dello Stato, è chiaro che si debba ragionare. Ma non c’è alcuna divisione, la Lega è unita. Dopo di che, dentro i partiti è normale che si facciano dei ragionamenti. Poi però la scelta sarà unitaria. Dividere la Lega è un sogno di tanti, resterà tale”.

7.20 – ”Draghi? Ha le qualità che da tempo auspicavo in un politico: una persona seria, competente, autorevole ed efficace”. Carlo Bonomi, numero uno di Confindustria, lo spiega in un’intervista a ‘La Stampa’.

”Ammiravo Draghi anche in tempi non sospetti -spiega Bonomi- Ad agosto, poco dopo la mia elezione, sono andato al meeting di Rimini ad ascoltarlo. Pensavo che avrei trovato in sala buona parte dei rappresentanti del sistema politico ed economico italiano. C’ero solo io. Ho sempre considerato Mario Draghi un patrimonio del nostro Paese”.