Assemblea M5S infuocata: “Non contiamo un c…'”. Critiche a Grillo  

(Adnkronos)

Nubi si addensano sul futuro del Movimento 5 Stelle, che appare sempre più spaccato dopo il battesimo del governo Draghi. Nel corso dell’assemblea dei deputati di questa sera, a quanto apprende l’Adnkronos, il capo politico Vito Crimi racconta la genesi dell’esecutivo che ha giurato oggi nelle mani del Presidente Mattarella e prova a parare le critiche di chi lamenta una cattiva gestione di questa delicata fase politica: “Non ci sono state trattative con Draghi. Questo è il governo del premier e del Capo dello Stato”, spiega. Per Giuseppe Brescia, presidente della Commissione Affari Costituzionali, “il M5S deve far valere il suo peso in Parlamento”. La deputata Antonella Papiro attacca: “Ci siamo scollati dalla base dimenticando cos’è il Movimento 5 Stelle. Abbiamo dimenticato gli attivisti. Non riesco a dare la fiducia a questo governo”.

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Duro l’affondo di Emanuela Corda: “I ministri? trovo inverosimile che non ci siano state interlocuzioni con gli attori che hanno gestito la situazione. Non prendiamoci in giro. Non ditemi che i nomi sono sbucati così”. E ancora: “Come possiamo fare le nostre battaglie se siamo fuori da tutti i ministeri chiave?”. Il quesito su Rousseau secondo la deputata sarda “era tendenzioso, suggeriva anche la risposta. Andrebbe rifatto. Beppe aveva chiesto la Lega fuori dal governo e invece c’è… Di questo passo non avremo più un elettorato”.

Per Michele Gubitosa “dobbiamo far pesare il nostro ruolo, far ‘trottare’ gli altri ministri esercitando il nostro ruolo di parlamentari”. Il tarantino Giovanni Vianello si chiede: “Con le trivelle questo governo che fa? Le blocchiamo o no? Il tema dell’Ilva dovrà trattarlo Giorgetti, fantastico…”. La collega Rosa Menga: “Sono davvero incazzata. Il vero artefice di questa operazione è Silvio Berlusconi e noi siamo riusciti a riabilitarlo”. Rosalba Cimino: “Abbiamo affidato il Sud a Forza Italia… Finora mi sono fidata ma voglio ancora credere in una luce in fondo al tunnel. Sono responsabile ma solo se ci sarà più coinvolgimento e garanzie”.

Anche il questore Francesco D’Uva lamenta la scarsa presenza del Sud nell’esecutivo: “Bisogna fare di meglio con i sottosegretari. Nel Meridione abbiamo avuto tanti voti, speriamo ci sia una rappresentanza”. E boccia l’ipotesi astensione, proposta da alcuni suoi colleghi: “E’ una sciocchezza. Dobbiamo stare dentro per controllare”.

Cristian Romaniello se la prende con i vertici: “Non siamo alla bocciofila, non riusciamo a dimostrare un minimo di maturità nella nostra linea”. Poi rivolgendosi a Crimi: “Ti rendi conto che governiamo con Berlusconi? Dire che Giovannini è un ministro nostro mi sembra un po’ troppo… Dire che Iv è a pezzi, ragazzi… Noi avevamo 10 ministri e ora ne abbiamo 4. E non abbiamo più il premier. Beppe può anche sbagliare e in questo caso ha sbagliato”.

Punge Manlio Di Stefano, sottosegretario uscente agli Esteri: “Ci hanno fatto fuori da un governo dove avevamo la maggioranza assoluta dei ministri. Hanno fatto fuori Conte e Bonafede, i nostri simboli. Pensavo fosse tutto meglio di come ce l’avete raccontato. Se tutto si è risolto col fatto che Beppe si è accontentato di avere un ministero (la transizione ecologica, ndr)… è molto grave. Dovevamo porre a Pd e Leu il prerequisito l’esclusione della Lega, perché con la Lega i nostri voti non contano più un c…”. Nelle repliche, Crimi promette: “Se qualcuno abbatte la prescrizione noi ci ritiriamo dal governo”.

(di Antonio Atte)