Governo Draghi, cambia il ‘board’ dell’esecutivo

Cambia la maggioranza, cambiano i ministri, cambia la comunicazione, cambiano le priorità. L’arrivo di Mario Draghi ha già portato una serie di novità al governo. Il prossimo cambiamento potrebbe riguardare la governance, il ‘board’ dell’esecutivo, coinvolgendo una delle maggiori caratteristiche del Conte II: i capi delegazione.

Al momento il meccanismo dei vertici tra i responsabili dei partiti di governo appare infatti in ‘stand by’. E, a sentire i vari azionisti di maggioranza, non sarebbe ancora arrivata una specifica sollecitazione in questo senso da palazzo Chigi. Un bel cambio rispetto alle riunioni del Conte II, quasi sempre fiume e in orari notturni, convocate per prendere decisioni praticamente su tutto: dalle leggi Finanziarie alle misure anti Covid, dalle zone gialle e rosse fino alle chiusure dei ristoranti e bar e i vaccini.

Solo Silvio Berlusconi, bruciando le tappe, ha indicato Maria Stella Gelmini come riferimento di FI al governo. Una decisione presa insieme ad una serie di mosse interne al partito. Poi si è fermato tutto. Dal Pd, in questo senso, ancora non si muove nulla. Nel Conte II è stato Dario Franceschini il capo delegazione. Adesso nel governo è anche entrato Andrea Orlando, che del Pd è vice segretario.

Stesso discorso per il M5S, dove il capo delegazione uscente Alfonso Bonafede non è più al governo. Anche tra i pentastellati, al momento, non pare in arrivo una indicazione formale di un capo delegazione. E anche dalla Lega su questo fronte non ci sono novità. Per Italia Viva, con l’uscita della capo delegazione Teresa Bellanova, resta la sola Elena Bonetti. Come per Leu, con il solo Roberto Speranza.

A questo proposito, una valutazione attraversa tutti i partiti della nuova maggioranza: la singolare natura dell’esecutivo, dove un pacchetto di ministri tecnici è stato inserito tra quelli politici, rende inapplicabile la formula dei capi delegazione per il governo Draghi.

Comunque sia, i cambiamenti portati dal nuovo inquilino di palazzo Chigi non dovrebbero mancare. Lo stesso Draghi ha dato delle indicazioni nel suo discorso sulla fiducia al Senato. Per esempio sul Pnnr, tema incandescente nel Conte II: “La governance è incardinata nel ministero dell’Economia e Finanza”. Un altra novità potrebbe arrivare sul Covid: per la lotta alla pandemia dovrebbe nascere una sorta di cabina di regia composta da un esponente per partito e guidata dallo stesso Draghi: o comunque, anche per ragioni legate alla sua stretta operatività, con un ruolo rilevante per il sottosegretario alla presidenza Roberto Garofoli.