Governo, intergruppo Pd-M5S: malumore tra i dem

(Adnkronos)

Una mossa per tenere i 5 Stelle. Per compattare il gruppo alla vigilia di un passaggio delicatissimo oggi a Palazzo Madama per i senatori pentastellati alla prova del voto di fiducia al governo Mario Draghi. Per limitare il potenziale dissenso ed evitare soprattutto che ai possibili voti contrari si sommi la terza via, quella indicata da Davide Casaleggio, ovvero l’astensione. Di qui l’iniziativa a sorpresa di ieri pomeriggio: la costituzione dell’intergruppo parlamentare M5S, Pd e Leu.

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Un’iniziativa, a quanto si apprende, che sarebbe stata concordata in corsa tra gli azionisti della vecchia maggioranza giallorossa proprio per sminare il voto di oggi. Nel pomeriggio di ieri nell’assemblea del gruppo Pd il capogruppo Andrea Marcucci aveva annunciato che sarebbero state individuate “forme di collegamento con i partiti della vecchia maggioranza anche durante il governo Draghi”. Contestualmente il presidente dei senatore 5 Stelle, Ettore Licheri, informava i suoi via chat annunciando la possibilità, a stretto giro, di un documento per sancire la continuità dell’esperienza politica portata avanti nel governo Conte 2.

Una comunicazione a cui è poi succeduta una nota formale sottoscritta da Marcucci, Licheri e Loredana De Petris di Leu per annunciare la nascita dell’intergruppo. Il primo a commentare è l’ex-premier Giuseppe Conte: iniziativa “giusta e opportuna”, la definisce, perché “le forze che hanno già proficuamente lavorato insieme devono nutrire la loro visione democratica e solidaristica con proposte concrete e con traiettorie riformatrici ben chiare, in modo da alimentare questo patrimonio comune e da affinare una condivisione di intenti e di obiettivi”. E sottolinea: “È questo il modo migliore per affrontare il voto di fiducia al nuovo governo che si preannuncia già domani in Parlamento”.

A stretto giro interviene anche Roberto Speranza: “La nascita dell’intergruppo parlamentare Leu Pd M5s è un’ottima notizia e indica la strada giusta per coltivare un’idea di Paese che metta al centro la difesa dei beni pubblici fondamentali”. Quindi Nicola Zingaretti che in tv a Cartabianca definisce l’iniziativa “molto importante” perché “dentro questa maggioranza così ampia, offre al presidente Draghi un’area omogenea per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi su un asse politico, quello dell’europeismo, che altrimenti sarebbe stato più debole”.

Tuttavia proprio dentro il Pd, la mossa a sorpresa di oggi provoca qualche malumore. In particolare in Base Riformista, area a cui fa capo anche il capogruppo Marcucci che, dicono i suoi, condivide le puntualizzazioni dei colleghi. Il coordinatore di Base Riformista, Alessandro Alfieri, pur condividendo la scelta dell’intergruppo auspica sia un’iniziativa ‘limitata’ alla realtà parlamentare: “Si tratta di un aiuto che vogliamo dare al governo Draghi e di uno strumento utile per l’azione in Senato, ma eviterei di caricarlo di eccessivi significati politici, che solo i partiti, a seguito di un dibattito ampio e partecipato al loro interno, potranno dare”.

Intervengono anche i senatori dem Vincenzo D’Arienzo, Tommaso Nannicini e Francesco Verducci: la nascita dell’intergruppo “non è un tema che si possa sciogliere senza una discussione ampia e approfondita all’interno dei gruppi parlamentari e di tutto il Pd. Ora non servono fughe in avanti né forzature”. E di fronte ai malumori di parte dei parlamentari dem, Roberto Giachetti di Italia Viva commenta via social: “Scusate ma di che vi indignate per la scelta dell’intergruppo con M5S e Leu da parte del Pd. Dopo che hai indicato Conte nuovo leader dei riformisti e dopo aver detto o Conte o morte è una logica conseguenza. A chi resta nel Pd i miei auguri più sinceri”.

Governo, intergruppo Pd-M5S: malumore tra i dem

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Una mossa per tenere i 5 Stelle. Per compattare il gruppo alla vigilia di un passaggio delicatissimo oggi a Palazzo Madama per i senatori pentastellati alla prova del voto di fiducia al governo Mario Draghi. Per limitare il potenziale dissenso ed evitare soprattutto che ai possibili voti contrari si sommi la terza via, quella indicata da Davide Casaleggio, ovvero l’astensione. Di qui l’iniziativa a sorpresa di ieri pomeriggio: la costituzione dell’intergruppo parlamentare M5S, Pd e Leu.

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Un’iniziativa, a quanto si apprende, che sarebbe stata concordata in corsa tra gli azionisti della vecchia maggioranza giallorossa proprio per sminare il voto di oggi. Nel pomeriggio di ieri nell’assemblea del gruppo Pd il capogruppo Andrea Marcucci aveva annunciato che sarebbero state individuate “forme di collegamento con i partiti della vecchia maggioranza anche durante il governo Draghi”. Contestualmente il presidente dei senatore 5 Stelle, Ettore Licheri, informava i suoi via chat annunciando la possibilità, a stretto giro, di un documento per sancire la continuità dell’esperienza politica portata avanti nel governo Conte 2.

Una comunicazione a cui è poi succeduta una nota formale sottoscritta da Marcucci, Licheri e Loredana De Petris di Leu per annunciare la nascita dell’intergruppo. Il primo a commentare è l’ex-premier Giuseppe Conte: iniziativa “giusta e opportuna”, la definisce, perché “le forze che hanno già proficuamente lavorato insieme devono nutrire la loro visione democratica e solidaristica con proposte concrete e con traiettorie riformatrici ben chiare, in modo da alimentare questo patrimonio comune e da affinare una condivisione di intenti e di obiettivi”. E sottolinea: “È questo il modo migliore per affrontare il voto di fiducia al nuovo governo che si preannuncia già domani in Parlamento”.

A stretto giro interviene anche Roberto Speranza: “La nascita dell’intergruppo parlamentare Leu Pd M5s è un’ottima notizia e indica la strada giusta per coltivare un’idea di Paese che metta al centro la difesa dei beni pubblici fondamentali”. Quindi Nicola Zingaretti che in tv a Cartabianca definisce l’iniziativa “molto importante” perché “dentro questa maggioranza così ampia, offre al presidente Draghi un’area omogenea per aiutarlo a raggiungere i propri obiettivi su un asse politico, quello dell’europeismo, che altrimenti sarebbe stato più debole”.

Tuttavia proprio dentro il Pd, la mossa a sorpresa di oggi provoca qualche malumore. In particolare in Base Riformista, area a cui fa capo anche il capogruppo Marcucci che, dicono i suoi, condivide le puntualizzazioni dei colleghi. Il coordinatore di Base Riformista, Alessandro Alfieri, pur condividendo la scelta dell’intergruppo auspica sia un’iniziativa ‘limitata’ alla realtà parlamentare: “Si tratta di un aiuto che vogliamo dare al governo Draghi e di uno strumento utile per l’azione in Senato, ma eviterei di caricarlo di eccessivi significati politici, che solo i partiti, a seguito di un dibattito ampio e partecipato al loro interno, potranno dare”.

Intervengono anche i senatori dem Vincenzo D’Arienzo, Tommaso Nannicini e Francesco Verducci: la nascita dell’intergruppo “non è un tema che si possa sciogliere senza una discussione ampia e approfondita all’interno dei gruppi parlamentari e di tutto il Pd. Ora non servono fughe in avanti né forzature”. E di fronte ai malumori di parte dei parlamentari dem, Roberto Giachetti di Italia Viva commenta via social: “Scusate ma di che vi indignate per la scelta dell’intergruppo con M5S e Leu da parte del Pd. Dopo che hai indicato Conte nuovo leader dei riformisti e dopo aver detto o Conte o morte è una logica conseguenza. A chi resta nel Pd i miei auguri più sinceri”.