Pagato 1,5 euro l’ora, pastore 20enne ridotto in schiavitù  

Pagato 1,5 euro l'ora, pastore 20enne ridotto in schiavitù

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 07/09/2019 12:29

Un giovane pastore 20enne originario del Gambia è stato ridotto in schiavitù, costretto a lavorare e vivere all’interno di una masseria in condizioni disumane, dormire su un giaciglio, per una paga mensile di 650 euro, circa 1,5 euro all’ora per più di 13/14 ore al giorno, dalle 5 di mattina, senza riposo settimanale, ferie, diritti. E’ successo a Brindisi, in contrada San Paolo, dove i Carabinieri della task force anti-caporalato hanno arrestato una coppia convivente, un 51enne con a carico diverse vicende di natura penale anche di tipo associativo e una donna 37enne titolare della masseria. I reati contestati agli indagati sono l’intermediazione illecita e lo sfruttamento del lavoro, in concorso.

Dalle indagini è emerso che il giovane africano, con permesso di soggiorno per motivi umanitari scaduto nel maggio scorso, è stato impiegato nell’azienda zootecnica dal maggio 2018 nella pulizia delle stalle, nella mungitura e nell’accudimento degli ovini, circa 400 capi, che conduceva quotidianamente al pascolo la mattina e il pomeriggio. Al pastore africano, sfruttato e costretto a vivere in condizioni disumane e degradanti, avevano fatto credere di essere stato regolarmente assunto da un’altra azienda agricola della zona, il cui amministratore è stato denunciato per favoreggiamento dell’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.

Nel corso delle indagini sono state accertate a carico degli indagati violazioni sia in materia di reati ambientali, quali lo smaltimento illecito di rifiuti e l’incendio di rifiuti nella masseria, poiché è stato smaltito illecitamente, con sversamento nel terreno e mediante incendio, materiale plastico, biologico proveniente dalle pulizie delle stalle ovine.

L’ovile e i terreni circostanti sono stati sottoposti a sequestro per la presenza nel suolo di rifiuti di ogni tipo. Sul posto è stato fatto intervenire il personale sanitario del Servizio Veterinario dell’ASL di Brindisi, nonché il personale dell’Ufficio Tecnico comunale, al fine di verificare eventuali abusi in materia di edilizia per quanto concerne i fabbricati. Dei due arrestati, l’uomo si trova in carcere mentre la donna è ai domiciliari.