La lettera Ue: “Manovra non rispetta riduzione debito” 

La lettera Ue: Manovra non rispetta riduzione debito

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Pubblicato il: 22/10/2019 09:26

Il documento programmatico di bilancio 2020 dell’Italia “non rispetta il parametro della riduzione del debito nel 2020“. Ne prendono atto il vicepresidente della Commissione Europea Valdis Dombrovskis e il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, nella lettera di richiesta di informazioni al governo italiano sul Dpb.

Il principale motivo alla radice del mancato rispetto della regola del debito è la bassa crescita del Paese: in assenza di crescita, il rapporto tra debito e Pil peggiora, dato che il debito sale inerzialmente. Affinché il rapporto cali, il denominatore deve aumentare più rapidamente del numeratore. Non solo: resta molto debole anche l’inflazione, che facilita la riduzione del debito. Il mancato rispetto degli obiettivi di riduzione del debito da parte dell’Italia non è una novità, ma un dato acquisito: già nel 2016, ad esempio, la Commissione contestava al nostro Paese di non aver fatto “sufficienti progressi verso il rispetto dell’obiettivo di riduzione del debito nel 2015”.

La Commissione Europea chiede al governo italiano maggiori dettagli “sulla precisa composizione delle variazioni del saldo strutturale e sugli sviluppi della spesa” pubblica, si legge nella missiva, dove si precisa che Bruxelles “prende nota della richiesta dell’Italia nel documento programmatico di bilancio di fare uso della flessibilità prevista dal braccio preventivo del patto di stabilità per tenere conto dell’impatto sul bilancio di eventi eccezionali. La Commissione Europea, e più avanti il Consiglio, condurranno una valutazione accurata dell’applicazione” della flessibilità, “considerando i criteri di eligibilità”.

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Il documento programmatico di bilancio, scrivono ancora Moscovici e Dombrovskis, “indica una variazione del saldo strutturale nel 2020 che consiste in un peggioramento dello 0,1% del Pil, sia al valore facciale sia ricalcolato dai servizi della Commissione secondo la metodologia concordata, che non rispetta l’aggiustamento strutturale raccomandato dello 0,6% del Pil”.

Il Dpb, continuano, “prevede un tasso nominale di crescita della spesa netta primaria del governo dell’1,9%, che supera la riduzione raccomandata, almeno dello 0,1%. Complessivamente, questi elementi appaiono non essere in linea con le richieste contenute nella raccomandazione del Consiglio del 9 luglio 2019, dato che segnalano un rischio di deviazione significativa nel 2020, e nel 2019 e 2020 complessivamente considerati, rispetto allo sforzo di bilancio raccomandato”. Le informazioni che il governo invierà “ci aiuteranno a determinare se sussiste un rischio di deviazione significativa dall’aggiustamento di bilancio nel 2020, e nel 2019 e 2020” considerati insieme.

MEF – “La lettera della Commissione Europea all’Italia era attesa e rientra nell’ambito di un normale dialogo fra le parti che non desta preoccupazioni”, sottolineano fonti del Mef. “La Commissione chiede chiarimenti che il Governo si appresta a dare entro domani” continuano le fonti sottolineando che “la lettera prende nota della richiesta di flessibilità da parte del Governo italiano per eventi eccezionali e richiama la discussione, promossa anche dall’Italia, tenutasi nell’ultimo Eurogruppo del 9 ottobre sull’intonazione di bilancio dell’Eurozona”.

Sulla stessa linea il premier Giuseppe Conte : “La lettera di Bruxelles non ci preoccupa”, “risponderemo” alle domande avanzate sulla manovra. “L’interlocuzione con l’Unione Europea è doverosa, non ci sottrarremo”, afferma, aggiungendo che “pur in presenza di un quadro di sistema particolarmente critico, possiamo constatare che il nostro Paese non viene più considerato un fattore di rischio per l’economia mondiale. Al contrario, il nostro mercato del lavoro, le condizioni del commercio con l’estero, il risparmio privato e la fiducia dei consumatori restano solidi, nonostante la fase difficile che attraversano settori rilevanti del comparto manifatturiero”.