La Bce mantiene i tassi fermi 

La Bce mantiene i tassi fermi

(Fotogramma /Ipa)

Pubblicato il: 24/10/2019 14:05

Come ampiamente previsto, nessuna sorpresa dall’ultima riunione a guida Mario Draghi del Consiglio direttivo della Banca centrale europea: dopo il taglio operato a settembre il board ha deciso di mantenere invariati i tassi di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principali, sulle operazioni di rifinanziamento marginale e sui depositi presso la banca centrale rispettivamente allo 0,00%, allo 0,25% e al -0,50%. Il Consiglio direttivo ha anche confermato la ripresa degli acquisti netti a un ritmo mensile di 20 miliardi di euro a partire dal 10 novembre. Acquisti che “proseguiranno finché necessario a rafforzare l’impatto di accomodamento dei suoi tassi di riferimento e che termineranno poco prima che inizierà a innalzare i tassi di riferimento della Bce”.

Nel comunicato finale, si ribadisce la guidance sui tassi che dovrebbero mantenersi “livelli pari o inferiori a quelli attuali” finché il Board “non vedrà le prospettive di inflazione convergere saldamente su un livello sufficientemente prossimo ma inferiore al 2% nel suo orizzonte di proiezione e tale convergenza non si rifletterà coerentemente nelle dinamiche dell’inflazione di fondo”.Confermata anche l’intenzione di continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza già acquistati in passato “per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse di riferimento della Bce, e in ogni caso finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario”.

DRAGHI – “Gli ultimi dati confermano il giudizio su debolezza della dinamica della crescita dell’Eurozona e le basse pressioni sull’inflazione” ha affermato Draghi dopo l’ultima riunione del suo mandato alla quale – ha spiegato – ha partecipato anche la futura presidente Christine Lagarde, operativa dal 1° novembre. “Ma non ha preso parte alla discussione” ha affermato Draghi.

INFLAZIONE – Sulle prospettive dell’Eurozona “restano rischi al ribasso legati alla incertezze” commerciali e geopolitiche a livello globale. Quanto all’inflazione, “dall’1% di agosto è scesa a settembre allo 0,8% per via del calo dei prezzi alimentari e energetici. E’ previsto inoltre un nuovo debole calo prima di una leggera ripresa a fine anno”.

POLITICA MONETARIA – “Tutti discutono, ci sono divergenze nelle discussione sulle decisioni di politica monetaria e non è stata la prima volta” che non c’è stata unanimità nel Consiglio Direttivo, ha poi sottolineato il presidente della Bce, commentando le uscite pubbliche di membri del Consiglio contrari alle scelte adottate nella riunione di settembre. E Draghi ha aggiunto: “Francamente, no, non sono stato sorpreso” dalle sortite di esponenti come il presidente della Bundesbank o della banca centrale olandese.