730 slitta a settembre, cosa cambia  

730 slitta a settembre, cosa cambia

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 02/12/2019 17:41

Modifiche in arrivo al calendario fiscale. La commissione Finanze della Camera ha approvato un emendamento del decreto fiscale che fa slittare dal 23 luglio al 30 settembre il termine nuovo per l’invio del modello 730. “Con questo nuovo termine per noi ci sarebbe più tempo per lavorare, ma per i contribuenti significherebbe ritardare i rimborsi” dice all’Adnkronos la commercialista Rossella Moroni. “Se hai tempo fino al 30 settembre, all’azienda il 730 arriverà per i primi di ottobre e, quindi, verrà pagato con la busta paga dei primi di novembre relativa al mese di ottobre. Con il termine del 23 luglio i rimborsi, invece, arrivavano ad agosto o al massimo a settembre”. “Anche perché se porti il 730 a un commercialista o a un Caf non lo puoi obbligare a trasmettere il tuo prima degli altri, magari entro luglio. Entro luglio se te lo fai da solo sul sito dell’Agenzia dell’Entrate, ma potrebbero esserci degli errori o, magari semplicemente, non sei capace”.

Qualcosa andrà aggiunto o modificato in corsa? “Manca la parte operativa, la faranno – spiega la commercialista -. Immagino collegando il giorno di consegna della documentazione al professionista o al Caf a quello di trasmissione senza lasciarlo a discrezione dell’operatore”.

Diminuiscono i tempi per il rimborso a disposizione delle imprese. “Le aziende medio piccole, la maggioranza in Italia, prima avevano molti mesi per poter dare i rimborsi, magari a rate. Ora ne avranno meno”. Il 730 veniva presentato entro “il 23 luglio e ti potevano rimborsare fino al 31 dicembre, la data di chiusura dell’anno fiscale, oggi se la scadenza è al 30 settembre, le aziende medio- piccole avranno pochi mesi per dare i rimborsi. Per molte potrebbe esserci un problema di liquidità non avendo Irpef a debito sufficiente alla copertura dei rimborsi dei dipendenti”. Il rischio è che, sottolinea, “potresti dover riportare il rimborso all’anno successivo salvo che non facciano un aggiustamento della norma, permettendo di dare ‘i rimborsi fino al marzo dell’anno successivo'”.

Si amplia anche la platea dei contribuenti interessati, estendendola, oltre ai lavoratori dipendenti e ai pensionati, anche ai titolari di redditi assimilati a quello di lavoro dipendente senza limitazioni e ai titolari di redditi di lavoro autonomo con la sola esclusione di quelli derivanti dall’esercizio di arti e professioni e di impresa non occasionali. “Cambia che non faranno l’Unico ed è un risparmio per loro perché il 730 senza sostituto d’imposta costa meno – conclude la commercialista -, siamo sui quaranta euro rispetto a un centinaio di euro, che è il costo di solito per un Unico”.