Aereo caduto, Iran replica alle accuse: “Una grande bugia” 

Aereo caduto, Iran replica alle accuse: Una grande bugia

(AFP)

Pubblicato il: 10/01/2020 09:32

L’Iran chiede agli Stati Uniti di attendere i risultati dell’inchiesta sull’incidente aereo di mercoledì scorso e bolla come “una grande bugia” le tesi secondo cui il Boeing 737 dell’Ukraine International Airlines sarebbe stato colpito da missili iraniani nelle ore di alta tensione dopo l’uccisione in Iraq del generale iraniano Qassem Soleimani. “Nessuno si assumerà la responsabilità di una così grande menzogna una volta che si saprà che si tratta di una tesi disonesta” ha detto il portavoce del governo di Teheran, Ali Rabiei, citato dai media iraniani.

Rabiei ha denunciato quella che considera una “operazione” di guerra “psicologica del governo degli Stati Uniti” e ha affermato che – “secondo le norme internazionali” – “possono partecipare” all’inchiesta sulla sciagura aerea l’ente per l’aviazione dell’Iran, dove è avvenuto l’incidente, e dell’Ucraina, le autorità di Kiev, Boeing e i francesi.

Una delegazione di esperti ucraini è già in Iran e il portavoce ha chiesto alla “Boeing di inviare suo personale per partecipare al recupero dei dati delle scatole nere”. La Repubblica Islamica, ha ripetuto, “dà il benvenuto alla partecipazione di tutti i Paesi che hanno perso loro connazionali nell’incidente”.

AVIAZIONE CIVILE IRAN – “Quello che posso dirvi – ha detto poi il capo dell’Ente iraniano per l’Aviazione civile, Ali Abedzadeh, durante una conferenza stampa trasmessa dall’iraniana ‘Press Tv’ – è che l’aereo non è stato colpito da un missile”. Quindi, “non hanno alcun valore commenti su quello che è accaduto prima di ascoltare e analizzare i dati delle scatole nere”.

“In condizioni normali siamo in grado di analizzare i dati delle scatole nere – ha detto ancora Abedzadeh -. Ma poiché l’aereo è stato danneggiato è molto difficile estrarre direttamente i dati dalle scatole nere, servono hardware e software speciali. Nel Paese li abbiamo”. Tuttavia, ha aggiunto, “se non saremo in grado di estrarre i dati, avremo aiuto da altri Paesi” e questa, ha rivendicato, “è una procedura normale”.

Abedzadeh ha poi ribadito che “c’era fuoco a bordo dell’areo” e che prima dello schianto – poco dopo il decollo dall’aeroporto di Teheran – il pilota aveva deciso di invertire la rotta. “Bisogna indagare sulle cause”, ha detto. “Non è corretto – ha ripetuto – commentare prima di analizzare le scatole nere”.