Coronavirus, bozza dl: estesi ammortizzatori sociali 

Coronavirus, bozza dl: estesi ammortizzatori sociali

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Pubblicato il: 12/03/2020 20:28

Estensione delle misure speciali in tema di ammortizzatori sociali per tutto il territorio nazionale. E’ quanto prevede una bozza del dl coronavirus ter. I datori di lavoro che sospendono o riducono l’attività lavorativa per eventi riconducibili all’emergenza epidemiologica da Covid-19, “possono presentare domanda di concessione del trattamento ordinario di integrazione salariale o di accesso all’assegno ordinario con causale ‘emergenza Covid-19’, per un periodo massimo di nove settimane”.

L’articolato in esame prevede la possibilità di fruire di trattamenti di integrazione salariale ordinaria nonché di assegno ordinario, a seguito della sospensione dell’attività lavorativa conseguente l’emergenza sanitaria, da parte di lavoratori dipendenti già tutelati da forme di sostegno al reddito (Cigo e Fondi di Solidarietà).

Dall’analisi degli archivi gestionali dell’Istituto, si legge nella relazione tecnica, “sono emerse le seguenti platee: 4,7 milioni di lavoratori dipendenti assicurati per Cigo con una retribuzione media mensile, nell’anno 2019, pari a 2.158,08 euro; dall’analisi svolta è emerso che il 2% di tale platea ha superato la capienza, in termini di limiti massimi di fruibilità di periodi Cigo. Pertanto, la concessione della misura prevista dal decreto in esame comporta il sorgere di un onere a carico della finanza pubblica stimato sulla base dell’ipotesi di una percentuale di ricorso alla misura in esame pari al 25% degli aventi diritto e di una durata media della prestazione pari a 1 mese; 6,5 mln (di cui 1,5 Tutelati da Fondi sostitutivi) di lavoratori rientranti nel campo di applicazione del decreto tutelati dai Fondi di solidarietà che hanno diritto alla concessione dell’assegno ordinario (considerando anche un maggior ricorso conseguente la situazione contingente) senza tener conto dei limiti aziendali e temporali”.

La maggiore spesa per il Fis per il 2020, per quanto attiene l’estensione dell’assegno ordinario alle aziende con numero di dipendenti minore o uguale a 15, “viene quantificata incirca 361 milioni di euro di cui 221 milioni di prestazione e 140 milioni di contribuzione correlata alla prestazione. A tale valutazione si giunge considerando il ricorso alla prestazione di assegno ordinario da parte del 40% delle aziende che impiegano da 5 a 15 dipendenti, e che ciascuna di queste richieda assegno ordinario per il 40% del suo organico. La prestazione media stimata è di 1,5 mesi”.

Per le aziende del Fis con un numero di dipendenti superiore a 15 “sono stati fissati gli stessi limiti del 40% delle aziende richiedenti, con ciascuna il 40% dei dipendenti coinvolti dalla richiesta di assegno ordinario. Anche in questo caso è stata ipotizzata una durata media della prestazione pari a 1,5 mesi. In dette condizioni la prestazione viene interamente coperta dall’accantonamento dei risultati anni precedenti”.

L’abolizione dei tetti aziendali, (10 volte il contributo ordinario versato) e dei limiti di durata della prestazione viene quantificata, considerando le stesse ipotesi di ricorso al Fondo, in circa 99 milioni di euro divisa in 66 milioni di prestazione e 33 milioni di correlata. Per quanto riguarda l’estensione della causale, e quindi un maggior ricorso alle prestazioni negli altri fondi di solidarietà gestiti dall’Inps, per la quota che dovesse eccedere le disponibilità dei fondi stessi, sono state applicate le stesse ipotesi fatte in precedenza: 40% delle aziende, 40% di dipendenti per azienda e 1,5 mesi di durata media della prestazione. L’applicazione di dette ipotesi comporta il raggiungimento di quei livelli di spesa che comporterebbero l’esaurimento dell’attivo di ciascuna gestione, per cui il provvedimento comporta oneri aggiuntivi per la finanza pubblica stimabili in circa 15 milioni di euro divisa in 10 milioni di prestazione e 5 milioni di correlata.

Per quanto riguarda i fondi di solidarietà alternativi, non gestiti dall’Inps, “è stato valutato un importo di circa 19 milioni di euro di cui 12 milioni di prestazione e 7 milioni di contribuzione correlata alla prestazione. A detta valutazione si è giunti con ipotesi da considerarsi ampiamente di massima, visto che non sono giunte ai nostri uffici informazioni circa lo stato patrimoniale dei fondi in questione”.