Coronavirus, lo studio: sintomi lievi, così bimbi diventano ‘untori’ 

Coronavirus, lo studio: sintomi lievi, così bimbi diventano 'untori'

Fotogramma

Pubblicato il: 13/03/2020 14:34

di Lucia Scopelliti

Febbre. Qualche volta tosse, mal di gola e congestione nasale. Mai segni di polmonite nelle radiografie. Quando colpisce i bambini, la Covid-19 non mostra chiaramente il suo ‘marchio di fabbrica’, così chiaro negli adulti. Si nasconde dietro sintomi più lievi e questo rende la diagnosi più difficile, con il rischio che i più piccoli diventino ‘untori’ di famiglia inconsapevoli. E’ la fotografia scattata da uno studio condotto su baby pazienti in Cina. Il virus Sars-CoV-2, così cattivo con i grandi, sembra non accanirsi con gli under 16, secondo quanto conferma il lavoro pubblicato su ‘Nature Medicine’ da un team di scienziati della Guangzhou Medical University – Women and Children’s Medical Center e della Macau University of Science and Technology.

Gli autori – Kang Zhang, Huimin Xia e colleghi – hanno esaminato 745 bambini cinesi, molti dei quali avevano stretti contatti con pazienti diagnosticati o erano membri di famiglie segnalate come focolai di nuovo coronavirus. Dieci di questi bambini (l’1,3%) sono risultati positivi: 6 maschi e 4 femmine, di età compresa tra 2 mesi e 15 anni. I piccoli pazienti sono stati ricoverati in un centro di trattamento per l’infezione da Sars-CoV-2. Lo studio ha indicato anche che il virus può essere rilevato per periodi più lunghi nei campioni fecali rispetto ai tamponi di naso e gola.

La ricerca si basa su un gruppo ristretto di baby pazienti, precisano i ricercatori, e saranno necessari ulteriori studi su campioni più grandi per comprendere ulteriormente le caratteristiche cliniche ed epidemiologiche dell’infezione nei bambini.

L’epidemia da nuovo coronavirus – con la malattia respiratoria associata, la Covid-19 – è emersa nel dicembre 2019. Al 12 marzo 2020, ricordano gli esperti, i casi confermati hanno superato quota 125 mila, con oltre 4.600 morti in tutto il mondo. Sebbene siano state riportate le prime caratteristiche epidemiologiche e cliniche dell’infezione da Sars-CoV-2 negli adulti, un numero inferiore di lavori ha valutato l’infezione nei bambini.

Il team di ricercatori cinesi, analizzando il campione di 10 bambini positivi, ha osservato che la febbre era presente in 7 di loro, in nessun caso superiore a 39°C. C’erano alcuni casi di tosse, mal di gola e congestione nasale, ma nessuno degli altri sintomi comunemente osservati nei pazienti adulti, come dolori muscolari e mal di testa. I piccoli pazienti sono stati identificati e diagnosticati per via della loro storia di esposizione al virus, piuttosto che per la necessità di cure mediche. Inoltre, le radiografie del torace mancavano di chiari segni di polmonite, una caratteristica distintiva dell’infezione negli adulti. Questi sintomi più lievi, suggeriscono gli autori dello studio, “possono rendere più difficile la diagnosi precoce e l’isolamento dei casi pediatrici di infezione da Sars-CoV-2”.

Gli scienziati hanno anche studiato in tutti e 10 i pazienti bambini quello che viene definito “spargimento virale”, cioè l’escrezione del virus attraverso le vie respiratorie e gastrointestinali. Sono stati raccolti e analizzati una serie di tamponi da naso e gola, e rettali. Questi ultimi hanno continuato a risultare positivi in 8 pazienti per periodi prolungati anche dopo che i tamponi di naso e gola erano diventati negativi.

Considerato che i tempi di quarantena sono attualmente dettati dall’esito di tamponi a naso o gola, ragionano gli esperti, “questi risultati suggeriscono che i test del tratto gastrointestinale possono aiutare a fornire valutazioni più accurate. Come con alcuni altri virus respiratori, la trasmissione fecale-orale può essere potenzialmente possibile. Tuttavia – avvertono gli autori dello studio – sarebbe necessario mostrare una forma replicante del virus nei campioni fecali per confermare questo potenziale”.