Coronavirus, medico italiano in Germania: “Non c’è ancora coscienza rischio” 

Coronavirus, medico italiano in Germania: Non c'è ancora coscienza rischio

(Foto Afp)

Pubblicato il: 18/03/2020 14:15

Anche i tedeschi saranno costretti a prendere misure più drastiche“. A dirlo all’Adnkronos è Tommaso Conte, presidente dell’Intercomites (organismi rappresentativi della comunità italiana) della Germania, ma soprattutto medico di famiglia a Stoccarda.

Fino ad adesso in Germania non c’è questo sentimento di paura, i tedeschi non hanno ancora preso coscienza del pericolo, gli italiani sono quelli che hanno più timore perché vedono la tv italiana, seguono i media”, racconta il medico. “La Germania – spiega- è un paese federale e ogni regione va per contro proprio, la Baviera sta facendo da battistrada e ora pensa di usare la tattica italiana”.

Ma anche i tedeschi “saranno costretti a prendere misure più drastiche, la differenza è che qui ci sono ancora pochissimi morti, ma presto salirà il numero di contagiati”, avverte il medico, riferendosi anche alle informazioni che arrivano dall’Istituto Koch, l’equivalente tedesco dell’Istituto Superiore della Sanità.

Nella regione del Baden Wuerttemberg, dove si trova Stoccarda, hanno chiuso le scuole, mentre bar e ristoranti ora chiudono alle 18 ma, nota il medico, “c’è ancora troppa gente in strada“. Chi torna dall’Italia deve mettersi in quarantena e il dottor Conte fa loro, come previsto, un certificato di malattia per due settimane. La sanità tedesca, sottolinea, dispone di più posti letto e in terapia intensiva rispetto al numero di abitanti di quanti ne abbia l’Italia, e gli ospedali hanno già preso esempio dal nostro paese rinviando gli interventi non necessari.

Ma se gli ospedali si sono attrezzati, “noi medici di base siamo lasciati a noi stessi, senza mascherine”, spiega il medico. Come precauzione, Conte ha chiuso lo studio, i certificati di malattia per chi ha febbre e tosse vengono passati attraverso la porta socchiusa, mentre per i casi più sospetti viene deciso l’invio in centri specializzati.