Coronavirus, trial in Usa e Canada su protocollo Camerino ispirato da virus gatti 

Coronavirus, trial in Usa e Canada su protocollo Camerino ispirato da virus gatti

Pubblicato il: 23/04/2020 13:05

di Margherita Lopes

“Stanno arruolando i primi pazienti a Montreal, in Canada, e in una struttura americana per dei trial che utilizzano il nostro protocollo terapeutico contro Covid-19″. A dirlo all’Adnkronos Salute è Giacomo Rossi, medico veterinario della Scuola di Bioscienze e Medicina veterinaria dell’Università di Camerino, che ha studiato – e brevettato in Usa – un protocollo innovativo per il trattamento del nuovo coronavirus a base di tre medicinali, ‘ispirato’ agli studi sul coronavirus del gatto: il FeCoV. “Si tratta di un virus che vive nell’intestino del felino spesso in modo asintomatico, ma in alcuni gatti penetra nei macrofagi causando poi una patologia molto grave, per lo più ad esito mortale”, spiega Rossi.

Proprio studiando i siti recettoriali e il modo con il quale i coronavirus si legano alle cellule dell’ospite, il gruppo di ricerca si è accorto di una particolarità di Covid-19: il virus presenta un numero maggiore di legami con i siti di glicosilazione del recettore Ace2 cellulare (che il virus utilizza per entrare nelle cellule del polmone, dell’apparato digerente e del tratto genito-urinario dell’uomo). “I siti di glicosilazione – continua Rossi – sono delle aree in cui delle molecole di zucchero semplice si legano a una proteina ancorata sulla membrana cellulare. In particolare, ho notato che tutti questi siti di glicosilazione sono costantemente legati all’ultimo amminoacido della proteina di membrana, che è l’aminoacido asparagina. Da qui l’idea di utilizzare un vecchio farmaco, ben noto presso gli oncologi che lo usano nella terapia della leucemia acuta dei bambini: la L-asparaginasi. Si tratta di un enzima che eliminando l’aminoacido asparagina ‘taglia’ di fatto il legame dello spike virale con il suo specifico recettore cellulare, bloccando l’infezione”.

Ma il protocollo ‘made in Camerino’ è formato da tre medicinali: “La L-asparaginasi va abbinata alla ben nota clorochina, che funziona bloccando l’ingresso del virus nella cellula tramite un altro meccanismo che altera il pH delle vescicole che trasportano il virus al proprio interno, e all’eparina, che previene il danno acuto vascolare indotto dalla tempesta dell’infiammazione causata dal virus, e quindi la trombosi secondaria. In questo modo i tre medicinali agiscono i maniera sinergica contro l’infezione e i suoi effetti sull’uomo”.

“Non solo – aggiunge Rossi – in questo protocollo è possibile usare un dosaggio inferiore di clorochina rispetto a quello usato al momento in via sperimentale contro Covid-19, in modo da ridurre il rischio di effetti collaterali rilevati da un recente studio, in particolare nei pazienti cardiopatici. Dobbiamo ricordare però che tutti i farmaci usati attualmente contro Covid-19 possono avere effetti collaterali”. Ecco perché è importare individuare il dosaggio che consente di massimizzare i benefici, riducendo i rischi, evidenzia lo specialista.

Ma come è arrivato il protocollo di Camerino oltreoceano? Grazie all’interessamento di un medico marchigiano, lo studio del team di Rossi è stato analizzato dall’imprenditore e scienziato Francesco Bellini, cofondatore della società canadese Biochem Pharma e presidente, tra le altre, della ViroChem Pharma, nonché membro del Consiglio di amministrazione di Montreal Heart Institute Foundation e del Canada Science Technology & Innovation Council. Così è nato il brevetto “depositato negli Usa, che verrà applicato in alcune strutture in Canada e Stati Uniti. Non solo: abbiamo ricevuto segnalazioni di interesse anche da alcune strutture italiane, fra cui il Gaslini, per dei trial con il nostro protocollo”.

Quanto al coronavirus felino, anche qui la ricerca va avanti. “Ci sono degli studi che hanno dimostrato l’efficacia dell’antivirale remdesivir”, un farmaco allo studio anche contro Covid-19 nell’uomo, “e di un inibitore della polimerasi. Notizie interessanti arrivano anche da uno studio con un prodotto cinese commercializzato come integratore: si tratta di una miscela di polisaccaridi di origine micotica, che starebbe registrando effetti interessanti”, conclude Rossi.