Covid, in Germania scuole aperte da un mese. Nessun record casi 

Covid, in Germania scuole aperte da un mese. Nessun record casi

(Fotogramma)

Pubblicato il: 11/09/2020 15:25

La Germania è stata la prima in Europa a riaprire le sue scuole dopo la chiusura forzata dall’emergenza coronavirus. Una decisione presa un mese fa e che non ha comportato un aumento significativo dei contagi. Gli epidemiologi si dicono quindi cautamente ottimisti dopo alcune chiusure e quarantene imposte all’avvio dell’anno scolastico. Nella prima settimana si sono registrati 31 focolai e 150 casi riconducibili alle scuole in Germania, secondo il Robert Koch Institute, mentre solo a Berlino almeno 41 istituti sono stati ‘contagiati’. Ma all’interno della stessa scuola la trasmissione del Covid-19 è stata davvero esigua, hanno detto gli esperti, sostenendo che gli aumenti dei casi in Germania non sia riconducibile alla scuola.

“Sembra una situazione rassicurante. Non ci sono stati grandi focolai. Ci sono stati casi singoli che siamo riusciti a gestire”, ha dichiarato Johannes Huebner, presidente della German Society for Pediatric Infectious Diseases. ”L’importante è mantenere basso il numero (dei casi, ndr) nella comunità – ha aggiunto, parlando con il Washington Post – E’ per questo che gli Stati Uniti avranno problemi”. Nonostante l’aumento di casi tra la popolazione giovane in Germania, i medici ritengono che siano riconducibili ai viaggi estivi piuttosto che alla scuola. ”Mi aspettavo la chiusura di più scuole”, ha detto Tobias Kurth, direttore dell’ospedale dell’Istituto superiore della sanità di Berlino. ”La paura era che potesse circolare tra i bambini. E finora non è successo per niente”, ha aggiunto.

In Scozia, dove gli studenti sono rientrati a scuola a metà agosto, la situazione è simile e non si è registrata un’impennata di contagi. E quegli studenti che sono risultati positivi al test, hanno contratto l’infezione fuori da scuola. Per gli epidemiologi, comunque, a essere maggiormente a rischio sono gli studenti delle scuole superiori, piuttosto che i bambini. A fare eccezione è solo Israele, dove gli esperti ritengono che il ritorno a scuola a maggio abbia contribuito in modo significativo a una seconda ondata di casi.