Sgarbi: ”Prima rompono il ca… e ora riaprono? Allora hanno sbagliato tutto!” 

Sgarbi: ''Prima rompono il ca... e ora riaprono? Allora hanno sbagliato tutto!''

Pubblicato il: 20/11/2020 15:55

(di Alisa Toaff)

Roma, 20 nov. (Adnkronos) – ”Chi rompe paga! Se tu mi hai rotto il ca…, mi hai fatto la multa, mi hai impedito di mangiare al ristorante la sera, mi hai bloccato l’ordinanza di Sutri in cui dicevo che li tenevo aperti (i ristoranti, ndr) e poi mi dici dopo 20 giorni che posso tenere tutto aperto allora vuol dire che hai fatto un errore e che hai sbagliato tutto!”. Così Vittorio Sgarbi all’Adnkronos sulle misure che il Governo in queste ore sta decidendo di adottare in previsione del Natale, tra cui la riapertura dei bar e ristoranti fino alle 20. ”Quella dei ristoranti -ricorda Sgarbi- è stata una mia battaglia. Se io il 25 ottobre dico a te che puoi fare pranzo ma non cena sembra che abbia trovato una misteriosa congiunzione algoritmica per cui il virus colpisce di più alle 20 che alle 13 -dice ironico- Quindi se adesso li riaprono dimostrano che hanno sbagliato anche prima ed è una cosa molto grave”, ribadisce.

E sulle restrizioni previste per il Cenone di Natale incalza: “Non mi sta bene che lui (Conte, ndr) stabilisca con chi vado a lettoio a chi devo abbracciare perché quello che faccio a casa mia sono ca… miei!”. Per il critico d’arte e sindaco di Sutri è surreale che, in previsione del nuovo Dpcm si parli di tutto tranne che dei musei: “Tra le cose di cui si indica l’apertura si parla di cinema e teatri ma non dei musei. L’apertura dei musei presuppone -spiega Sgarbi- il contingentamento delle persone che entrano, in molte zone anche l’accesso permesso solo agli abitanti del Comune, la regola che nessuno deve stare attaccato agli altri e che nessuno può toccare i quadri per cui non c’è nessun elemento di contaminazione. La legge del 21 novembre del 2015 dichiara che i musei sono servizi essenziali, allora perché si parla di tutto tranne che di questo?”.

Io sono l’unico sindaco che ha fatto ricorso al Tar per far riaprire i musei -racconta Sgarbi- il ricorso viene esaminato forse alla mia presenza il 2, data ambigua perché il 3 scade il Dpcm e spero di essere trionfatore. Nella logica che io ho messo in molte mie considerazioni rispetto a questa vicenda vale la frase che c’era a Kabul o a Bamiyan e che abbiamo messo in un mio filmato è cioè che ‘una nazione è viva quando la sua cultura è viva’, quindi se questa cosa non passa loro fanno intendere che i ristoranti e i parrucchieri sono più importanti della cultura”.