Lettera di Paolina Leopardi ad Antonietta Tommasini (foto della Biblioteca Palatina di Parma)
Pubblicato il: 18/12/2018 15:36
Per la prima volta sono state raccolte tutte le lettere edite di Paolina Leopardi affiancate da una cinquanta di autografi inediti rintracciati in varie biblioteche italiane. E sempre per la prima volta si presenta la sua esistenza scandita attraverso una minuziosa e ricca cronologia della sua vita e delle sue attività letterarie.
A offrire un quadro abbastanza esaustivo, senz’altro più completo di quello apparso finora, della personalità, delle occupazioni, degli affanni della nobildonna marchigiana, che ha pagato per molto tempo il debito di essere la sorella di uno dei più straordinari ingegni della letteratura e del pensiero del XIX secolo, è il volume ‘Paolina Leopardi, Lettere (1822-1869)’, a cura e con un saggio introduttivo di Elisabetta Benucci, pubblicato da Apice Libri, in occasione delle celebrazioni per i 150 anni dalla morte di Paolina Leopardi (1869-2019).
Una figura nuova e diversa di Paolina è quella che emerge dalla lettura del suo voluminoso carteggio arricchito dalle scoperte della filologa Elisabetta Benucci dell’Università di Firenze e dell’Accademia della Crusca: dalla sua attività di scrittrice/traduttrice (dei fratelli Leopardi, dopo Giacomo, Paolina è quella che pubblica di più), alle numerose trattative matrimoniali non andate a buon fine, alle tante amicizie femminili, ma soprattutto maschili, cambia la prospettiva rispetto a quel che si sapeva, leggendo adesso più di quattrocento lettere spedite da Paolina a 41 destinatari diversi (18 sconosciuti finora), dei quali trentuno figure maschili e dieci femminili.
Ma sono l’immagine e il ricordo di Giacomo Leopardi a essere sempre presenti nei pensieri e nelle occupazioni di Paolina: è una specie di filo rosso che si dipana dalla prima lettera del carteggio, indirizzata proprio a lui il primo dicembre 1822, a una delle ultime, datata 6 ottobre 1867 nella quale Paolina esprime tutta la sua commozione per la richiesta di uno studioso di visitare la casa dove il poeta era nato e aveva vissuto.
“Il carteggio contribuisce finalmente a dare la giusta collocazione della figura di Paolina nel tempo che fu suo; ma soprattutto contribuisce a portare Paolina ancor più fuori da quell’ombra e da quei luoghi comuni nei quali è stata spesso confinata: c’è tutto il mondo di Paolina Leopardi in queste lettere”, spiega Elisabetta Benucci all’AdnKronos.
Le circa 50 lettere inedite provengono da: Accademia Nazionale di Scienze Lettere e Arti di Modena, Archivio privato Benucci di Firenze, Archivio Piegaja-Royal Victoria Hotel di Pisa, Accademia Roveretana degli Agiati di Rovereto, Archivio di Stato di Ancona, Archivio di Stato di Modena, Biblioteca Alessandrina di Roma, Biblioteca Comunale Augusta di Perugia, Biblioteca Comunale di Recanati, Biblioteca Palatina di Parma, Biblioteca Labronica ‘F.D. Guerrazzi’ di Livorno, Biblioteca Comunale ‘A. Saffi’ di Forlì, Biblioteca Nazionale Braidense di Milano, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, Centro Manoscritti dell’Università di Pavia, Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati, Soprintendenza ai beni architettonici, artistici e storici di Pisa.