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Pubblicato il: 19/12/2018 11:34
Il nuovo ponte di Genova “alla fine dell’anno prossimo lo vedremo in piedi e a inizio 2020 lo inaugureremo“. A confermare le scadenze per la realizzazione della nuova opera, è il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Danilo Toninelli, all’indomani dell’assegnazione del contratto alla cordata Salini Impregilo, Fincantieri e Italferr.
Per la demolizione, “il cantiere è già partito e la prossima settimana ci sarà la cantierizzazione completa”, spiega in un’intervista a Radio Capital. “Si tratta di un’operazione complessa: il ponte non verrà fatto esplodere ma verrà smontato pezzo per pezzo“. “Si iniziano a vedere i primi risultati, si inizia a dare una ripresa economica a Genova. Per la ricostruzione del ponte di Genova c’è “un bel connubio di eccellenza italiana“, sottolinea.
Poi il ministro delle Infrastrutture, interpellato sul ricorso presentato la scorsa settimana da Autostrade per l’Italia sul decreto Genova, dice: “Prendiamo atto che pensano solo ai soldi dopo la strage”. Aspi “non metterà neanche una pietra, non interverrà neppure nella fase di demolizione. E’ una cosa giusta corretta e umana nei confronti delle vittime e delle loro famiglie”, assicura Toninelli.
“Politicamente – continua parlando della questione della caducazione della concessione ad Aspi – io non vorrei mantenere la concessione a chi non è stato in grado di mantenere in piedi un ponte” ma, ora, “facciamo fare ai legali il loro lavoro e poi parla la politica”. Su quello che sarà la decisione, “è prematuro dirlo”, spiega. “E’ un’ipotesi, deve terminare l’iter legale. Stiamo rispettando i tempi, andiamo avanti” e, aggiunge il titolare del Mit, “non ci rimangiamo quanto abbiamo detto”.
Infine, sulla realizzazione della Tav Torino-Lione, in attesa dell’esito dell’analisi costi-benefici in corso, Toninelli dice: “Il progetto della nuova linea sarebbe un enorme spreco di denaro pubblico, non avallato da effettiva necessità”. Per il ministro delle Infrastrutture le previsioni formulate sul traffico merci sulla linea “sono sovrastimate” e questo fa capire, asserisce, “l’incompetenza di chi ha promosso quest’opera”. Quanto ai passeggeri, “il traffico passeggeri tra Milano/Torino e Parigi non interessa nessuno e non ce lo chiede nessuno. E’ uno scenario non realistico: sono tratte che si fanno tranquillamente in aereo”, conclude il ministro.