La grana dell’Iva  

La grana dell'Iva

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Pubblicato il: 20/12/2018 10:33

Di Maio e Salvini assicurano che l’aumento dell’Iva “non ci sarà” né quest’anno né nei prossimi anni. Ma la revisione delle clausole di salvaguardia Iva per gli anni 2020-2021 è contenuta nella relazione tecnica che accompagna il maxi-emendamento alla legge di Bilancio e prevede un aumento di 23,1 miliardi nel 2020 e di 28,7 miliardi nel 2021. E’ l’effetto del ritorno ‘integrale’ delle clausole di salvaguardia, che per il 2019 il governo è riuscito a scongiurare. “Non c’è un aumento dell’Iva quest’anno e non ci sarà nei prossimi anni – garantisce il ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico, Luigi Di Maio -. Come abbiamo dimezzato quest’anno le clausole le dimezzeremo nei prossimi anni”.

Ma a meno che non ci siano interventi, l’aliquota ridotta al 10% potrebbe salire al 13% nel 2020, mentre quella ordinaria – attualmente al 22% – potrebbe aumentare al 25,2 nel 2020 e al 26,5% nel 2021. Un incremento che stando al Codacons “produrrebbe una maxi-stangata da quasi 1.200 euro annui a famiglia, solo per costi diretti dovuti alla maggiore imposta”. Per il presidente dell’associazione, Carlo Rienzi, ”portare l’aliquota ridotta al 13% e l’Iva ordinaria al 26,5% a partire dal 2021, avrebbe effetti disastrosi per l’economia producendo a regime un aggravio di spesa pari a circa 1.200 euro annui a famiglia, solo per costi diretti legati al rialzo dei prezzi e senza ontare gli effetti indiretti che scateneranno rincari a cascata in tutti i settori”.

“Come già avvenuto in occasione dei precedenti ritocchi dell’Iva, al rincaro generalizzato dei listini al dettaglio i consumatori reagiranno tagliando gli acquisti, con una contrazione dei consumi per complessivi 27,5 miliardi di euro e conseguenze disastrose per il commercio, per l’occupazione e per il Pil”, conclude Rienzi.

Sulla stessa lunghezza d’onda la presidente di Confesercenti, Patrizia De Luise: “Le clausole di salvaguardia escono dalla porta e rientrano dalla finestra – sottolinea -. Raggiungere l’accordo con la Ue sulla legge di Bilancio è assolutamente prioritario, ma preoccupa che per ottenere l’ok di Bruxelles si faccia ricorso per l’ennesima volta al meccanismo delle clausole di salvaguardia, che prevede aumenti automatici di Iva e accise se non si raggiungono gli obiettivi di bilancio o, peggio, di crescita”.