Il Questore Cortese
Pubblicato il: 22/12/2018 13:42
“Bilancio positivo” per Palermo con i “reati in diminuzione”. E’ stato un 2018 “impegnativo sul fronte dell’ordine pubblico” ma “siamo riusciti a garantire la sicurezza ai cittadini”. A parlare è il Questore di Palermo, Renato Cortese, che durante il tradizionale scambio di auguri con i giornalisti ha fatto il bilancio dell’anno che sta per finire. “Abbiamo avuto a settembre la visita del Santo Padre poi, più di recente, la Conferenza sulla Libia – dice Cortese circondato dai dirigenti e funzionari, oltre al Capo della Squadra mobile Rodolfo Ruperti – Siamo riusciti a fare convivere le delegazioni libiche. Voglio ringraziare gli uomini e le donne della Polizia di Stato che hanno dimostrato che Palermo può essere una casa sicura”.
“Siamo intervenuti sulla mafia – dice ancora il Questore – e sul fronte di zone del centro storico come la Vucciria e Ballarò, siamo stati presenti con le richieste di sicurezza da parte dei cittadini. Oggi c’è certamente una movida più contenuta. Anche loro ringraziano le forze di Polizia”. E ancora: “Siamo presenti anche a Ballarò – dice – un quartiere difficile, dove abbiamo fatto tantissimi arresti. La nostra è una presenza costante e continua”.
Sono 20 le pattuglie a disposizione del Dipartimento della Prevenzione generale a Palermo. “Da qualche tempo quattro commissariati restano aperti anche la notte – dice Cortese – e presto altri quattro commissariato resteranno aperti la notte”. Sui reati in calo, Cortese spiega: “Sì, anche a Palermo, come altrove, si registra una diminuzione dei reati. Ciò nonostante la percezione di insicurezza ancora è elevata”. “Servono, quindi, iniziative per accorciare le distanze con i cittadini. E dare un volto amicale. ‘Sbirri’ siamo e ‘sbirri’ restiamo ma aumenteremo il dialogo”, assicura Cortese.
“Il bilancio, dunque, è positivo e siamo soddisfatti per avere creato un senso di appartenenza più forte”, dice ancora il Questore di Palermo Renato Cortese. Sul fronte del decreto Sicurezza, il Questore sottolinea: “Il permesso per motivi umanitari non è stato eliminato. Ma su Palermo situazioni particolari non ne abbiamo”.
Sul fronte della mafia, Cortese, che nel 2006 mise le manette al capomafia Bernardo Provenzano, dice: “Lo Stato dimostra e ha dimostrato di avere un controllo del territorio forte”. E cita l’operazione Cupola 2.0 dei Carabinieri che ha portato in carcere le nuove e vecchie leve della Commissione di Cosa nostra. “Se da maggio a novembre siamo arrivati ai fermo – dice Cortese – vuol dire che è stato raggiunto un risultato inimmaginabile. È anche segno di una forza dello Stato che ha saputo fare passi da giganti. Quello che poteva diventare l’erede di Riina è stato già arrestato”.
E sugli episodi di violenza, a Palermo, Cortese spiega: “La preoccupazione c’è, anche se non vorrei trasmettere segnali di preoccupazione. O di allarme. C’è un aumento di episodi di violenza, credo che in parte sia fisiologia ai grandi centri urbani. Su Palermo c’è un leggero incremento di questa violenza. Ma oggi Palermo è tornata a essere una capitale dove i palermitani vogliono vivere una città”. Però aggiunge: “C’è una riflessione da fare sugli strumenti legislativi. Sarebbe auspicabile avere maggiori strumenti normativi che consentano anche a minorenni di potere essere soggetti a norme che oggi sfuggono”.