Ciampi, romano che da anni vive a Los Angeles, è ormai di casa nel tempio della musica della capitale: questo è il suo sesto concerto. Ma il primo con cui condivide con il pubblico un nuovo genere creato da lui: l’hip pop sinfonico, nato dall’incontro tra due generi che ha studiato a fondo, la musica classica e l’hip pop. “Un vero e proprio esperimento tecnico – racconta all’Adnkronos – racchiuso nel brano che dà il titolo al mio ultimo disco ‘Hybrid‘ (distribuito in tutto il mondo da Universal Music). Esperimento perché ho voluto riportare in vita quella che era la struttura caratteristica dell’hip hop di fine anni ’90, fatto di brani che non erano vuoti, come si pensa erroneamente, ma mettevano in versi un disagio sociale e, dal punto di vista musicale, contenevano giochi e contrasti tra sintetizzatori e altri suoni elettronici”.
In ‘Hybrid’, osserva Ciampi, “ho voluto sostituire sonorità elettroniche con giochi contrappuntistici orchestrali e quindi utilizzare al posto dei suoni elettronici i suoni degli strumenti in orchestra sinfonica. Il risultato finale è quello che ho chiamato hip hop sinfonico come provocazione perché riscontro una forte unione tra questi due generi che sono agli antipodi, ma hanno in comune i contrasti sonori. E, dato che utilizzo la batteria, è stato possibile anche riprodurre un tradizionale bit hip pop”.
A chi ha pensato Gabriele Ciampi quando ha dato forma sonora al suo esperimento? “Ai più giovani perché mi interessa trasmettere il fatto che l’hip pop è una pagina importante della cultura americana, va ascoltato tutto; l’hip pop anni 90 ha rappresentato, infatti, una vera svolta sociale per i diritti degli afroamericani. Mentre quello che viene ascoltato oggi dai ragazzi, purtroppo, è un ventesimo della produzione di quegli anni che da noi non è arrivata. Parlo, quindi, alle nuove generazioni con il desiderio che approfondiscano un genere, l’hip pop appunto, che non va confuso con il trap che – rileva Ciampi – non parte dalla conoscenza di ciò che vuole cambiare e che di fatto distorce e basta. E’ solo assenza di regole e ha prodotto anarchia senza creare evoluzione del genere musicale”.
“Se uno ha studiato l’hip pop americano – è la considerazione di Ciampi – può provare a creare qualcosa di interessante ma chi nasce in Italia, spesso, rischia di fare solo confusione. Questo mio esperimento, infatti, è stato possibile solo dopo uno studio scrupoloso dell’hip pop e della classica, che è il mio background di partenza. E questo, non solo dal punto di vista musicale ma anche sociale. In riferimento all’hip hop, per esempio, è fondamentale avere consapevolezza di come vivevano gli afroamericani negli anni ’80 e ’90 e cioè isolati. Nelle loro canzoni sentivi raccontare di continuo le loro esigenze di vita, non erano un concentrato di insulti, come è il caso della trap music, ma erano l’espressione di una lotta per l’acquisizione di diritti negati”.
Tornando al concerto del 1° gennaio, promette Ciampi, “sarà un viaggio di trasformazione. Si parte dalla musica classica: un solo strumento apre la ‘scena’ – anticipa il compositore – ed è il pianoforte suonato dalla russa Elena Nefedova. Poi procede l’evoluzione musicale che, coinvolgendo via via tutti i 40 elementi dell’orchestra, porta all’hip hop sinfonico del brano finale, ‘Hybrid’, passando però per l’opera e per il pop. Per la prima volta in assoluto, infatti, collaborerò con un mezzo soprano solista della China National Opera House, Jiujie Jin, che non canterà un libretto come si fa per l’opera lirica, ma canterà le note, farà parte cioè dell’orchestra come fosse uno strumento fra gli strumenti”.
Quanto al pop puro, sarà eseguito il brano ‘Who I am’ di cui Ciampi ha scritto la musica e Phil Jamison il testo, cantato da Teura: “Ho fatto fatica a trovare una cantante con una bella estensione, potente, drammatica – confida Ciampi – ma alla fine l’ho trovata. Teura è una cantante che ha studiato jazz e che ha la profondità timbrica delle afroamericane”.
Insomma, “la parola d’ordine del concerto, come del disco ‘Hybrid’, è contaminazione fra generi, dall’hip pop all’opera lirica al pop”. Ma a caratterizzare Ciampi è anche la scelta, coerente con il proposito annunciato tempo fa, di dare “un maggiore e giusto riconoscimento al talento femminile nella musica: le parti principali sono, infatti, affidate alle donne, oltre a Jiujie Jin, a Elena Nefedova e a Teura, ci saranno anche l’arpista Augusta Giraldi e la direttrice d’orchestra colombiana Carolina Leon alla quale ho affidato la direzione di un brano”. Donne in primo piano, quindi, ma anche internazionalità.