Per il vicepremier l’uccisione di Marcello Bruzzese è “un segnale di disperazione e debolezza“. Ora “mafia, camorra e ‘ndrangheta agiscono dietro le scrivanie – ha evidenziato – facendo bilanci come se gestissero aziende, questo è un segnale sì preoccupante ma di debolezza, perché se ricorrono alle armi significa che si sentono in difficoltà”. “L’episodio di Pesaro – ha detto – è un gesto di estrema debolezza, non di forza. Un segnale di arroganza, di violenza ma di debolezza. Lo Stato è più forte e, alla fine, la battaglia sarà vinta. Se pensano di spaventare qualcuno, si sbagliano”.
“Questa non è terra di infiltrazioni mafiose, ma è terra sana che reagisce, dove i cittadini sono pronti a collaborare, a denunciare, a segnalare” ha rimarcato ancora Salvini evidenziando come nel 2018 nella Regione si sia registrata una diminuzione dei reati, -13% complessivamente e -30% dei furti nelle abitazioni. Dati che confortano “ma è ovvio che taluni segnali non vanno assolutamente sottostimati. Alcuni segnali di infiltrazioni criminali si stanno vagliando, ma far passare Marche e marchigiani come terra di criminalità organizzata è qualcosa che questa comunità non merita”.