“Si compra, ancora, soprattutto, al Nord, con il 56%, mentre al Centro e al Sud, con le isole, restiamo su percentuali più basse: rispettivamente il 23% e il 21%” dice all’Adnkronos Riccardo Mangiaracina, responsabile scientifico dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano.
“L’incremento dell’e-commerce italiano è frutto di dinamiche differenti. Da un lato i prodotti continuano a crescere con un ritmo sostenuto (+25%), spinti dagli ottimi risultati di diversi comparti”. Tra questi il ‘food’, che sta andando benissimo e “traina con un 40%” anche perché, spiega Mangiaracina, “si sta ampliando l’offerta nelle diverse città”. “All’interno c’è la spesa online dal supermercato, il cosiddetto food delivery, ossia la consegna di cibo pronto a domicilio – i vari Foodora, Deliveroo, Glovo e UberEats – e l’enogastronomia, per esempio prodotti tipici, vino e capsule del caffè, ambito che cresce meno perché si era già diffuso in passato”.
“Dall’altro lato ci sono i servizi – turismo, assicurazioni, biglietti per eventi – che, entrati in una fase di maturità, nel 2018 hanno rallentato la crescita (+6%)”. Tra i settori del futuro, oltre al food delivery, l’arredamento home design, la cosmetica, i giocattoli e gli accessori auto. Per il 2019 si punta, però, sugli acquisti ricorrenti, conclude Mangiaracina “perché il cellulare lo compri una volta ogni tre anni, quattro anni”, dove si guadagna è sul “cibo”, l’inarrestabile “ormai anche ovunque in televisione con programmi dedicati ‘food'”.