Migranti, Salvini: “In Italia si entra solo chiedendo permesso”  

Migranti, Salvini: In Italia si entra solo chiedendo permesso

Immagine di repertorio (Fotogramma)

Pubblicato il: 01/01/2019 17:53

“In Italia si entra solo chiedendo permesso e per favore”. A dirlo il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, parlando a Bormio, e commentando la drastica diminuzione degli sbarchi, i cui numeri sono stati resi noti oggi dal Viminale. “L’anno scorso di questi tempi c’era Gentiloni presidente del Consiglio, la Boldrini presidente della Camera e ne arrivavano a centinaia di migliaia” ha detto, aggiungendo che “in sei mesi abbiamo bloccato gli sbarchi”.

IL CALO DEGLI SBARCHI – Nel 2018 i migranti sbarcati sulle coste italiane sono stati 23.370, con un calo record dell’80,42% rispetto ai 119.369 registrati nel 2017 e dell’87,12% se comparato con le 181.436 persone giunte in Italia nel 2016. I dati ufficiali del Viminale, aggiornati al 31 dicembre 2018, evidenziano il nettissimo calo dei minori stranieri non accompagnati arrivati nel nostro Paese. Sono stati 3.534 nell’anno appena concluso contro i 15.779 del 2017 e i 25.846 del 2016. Nelle strutture di accoglienza sono attualmente ospitati 135.858 migranti, di cui 18.852 (14%) in Lombardia. A seguire Lazio (12.249) e Campania (11.962). I porti maggiormente interessati dagli sbarchi nel 2018 sono stati Pozzallo (3.818), Lampedusa (3.468) e Catania (2.961). Quanto alle nazionalità dichiarate al momento dello sbarco, in cima alla classifica i migranti provenienti dalla Tunisia (5.181), seguiti da Eritrea (3.320), Iraq (1.744), Sudan (1.619) e Pakistan (1.589).

LE PRIORITA’ PER IL 2019 – ”Giusto tagliare sprechi e spese inutili, è nel contratto di governo e lo faremo” ha detto poi il vicepremier Matteo Salvini. “Ma per la Lega le priorità degli Italiani sono cose anche più concrete: avanti con il taglio delle tasse, estensione della Flat Tax e della pace fiscale, taglio della burocrazia e revisione del Codice degli Appalti, cancellazione definitiva della legge Fornero, approvazione dell’Autonomia e finalmente una legge nuova che garantisca il diritto alla legittima difesa”.

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