Quello realizzato da New Horizon è “l’incontro” più distante mai avvenuto ad oggi fra uno strumento costruito dall’uomo ed un corpo celeste. Ultima Thule risiede infatti in una misteriosa regione dell’Universo, scura e gelida, conosciuta come la fascia di Kuiper. Dunque, proprio nel giorno di Capodanno, per la prima volta, la Nasa può brindare alla prima ‘zoomata’ su un corpo celeste ai confini del sistema solare. Ed è un nuovo goal per la missione. Andata in orbita il 19 gennaio 2006, New Horizon ha infatti già sorvolato Plutone il 14 luglio 2015 svelando molti misteri del pianeta nano e inviandone a Terra immagini spettacolari.
Per celebrare il flyby, il punto più vicino di sorvolo che New Horizon ha effettuato su Ultima Thule, Brian May, musicista dei Qeen con una laurea specialistica in astrofisica, ha composto un vero e proprio inno. “Rappresenta lo spirito dell’avventura” ha commentato il leggendario chitarrista con la passione di stelle e pianeti. Poco dopo la mezzanotte (East Time), la sua musica ha iniziato a suonare accompagnando la simulazione dell’incontro avvenuto lontanissimo da noi.
A descrivere, metaforicamente in diretta, ogni più piccolo dettaglio dello storico rendez vous sono stati gli esperti della missione Nasa della Johns Hopkins University Applied Physics Laboratory di Laurel, nel Maryland, ed si aspetta ‘il segnale’ strategico della sonda previsto alle 16,29 ora italiana e che confermerà se New Horizon è attiva ed è sopravvissuta allo spericolato ‘incontro ‘ravvicinato’ con Ultima Thule.
Il piccolo asteroide, MU69 2014 il suo nome scientifico, ha un diametro di circa 30-50 chilometri ed è stato scoperto nel 2014 grazie al telescopio spaziale Hubble. Piccolo, freddo, poco illuminato perchè distante dal Sole miliardi di chilometri, Ultima Thule è un asteroide incontaminato e potrebbe rivelarsi composto da due differenti ‘rocce spaziali’. Insomma sta crescendo l’attesa degli scienziati della Nasa per questo appuntamento di inizio d’anno dal quale si aspettano di potere svelare nuovi misteri sulle condizioni che hanno consentito al nostro sistema solare di formarsi circa 4,6 miliardi e mezzo di anni fa.