Diabolik, divieto funerali pubblici ma la sorella ricorre al Tar  

Diabolik, divieto funerali pubblici ma la sorella ricorre al Tar

Foto Adnkronos

Pubblicato il: 09/08/2019 17:28

di Silvia Mancinelli

A quanto apprende l’Adnkronos, Angela Piscitelli, la sorella del capo ultras degli Irriducibili ucciso mercoledì scorso, farà ricorso al Tar contro il divieto della questura di Roma di celebrare i funerali di ‘Diabolik’ in forma pubblica. “Sto scrivendo al Questore, al Prefetto, al Ministro dell’Interno -annuncia- che mio fratello non si muove da lì ed avrà il funerale di cui è degno e che vogliono i suoi cari. Provvederò a fare ricorso al Tar e nell’attesa mio fratello ci guarderà in tutte le azioni di tutela per lui”.

Il questore di Roma Carmine Esposito ha disposto, infatti, che i funerali di Fabrizio Piscitelli, il leader degli Irriducibili Lazio, ucciso mercoledì scorso al parco degli Acquedotti con un colpo d’arma da fuoco, si celebrino “in forma strettamente privata” alle 6 del mattino di martedì 13 settembre nella cappella del cimitero Flaminio, in via Flaminia, “con tutte le cautele atte ad assicurare la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza dei cittadini“. E’ quanto disposto dal questore di Roma Carmine Esposito. “Il rito funebre celebrato in forma pubblica, con grande risalto mediatico, potrebbe determinare gravi pregiudizi per l’ordine e la sicurezza pubblica”. La misura è stata disposta dalla Questura di Roma “considerato che era un esponente di rilievo della tifoseria della S.S. Lazio, nonché fondatore del noto gruppo ultras denominato Irriducibili e che nella serata di ieri (8 agosto, ndr) veniva spontaneamente organizzata, senza alcun preavviso, una fiaccolata da esponenti del predetto gruppo ultras che ha visto una nutrita partecipazione di gruppi di tifosi di diversa estrazione”. A pesare sulla decisione anche il “clamore e il risalto mediatico che la notizia dell’omicidio ha suscitato e assunto sulle pagine delle testate nazionali con particolare riferimento alla partecipazione emotiva dell’intero contesto nazionale delle tifoserie, tenuto conto degli ambiti e dei comportamenti che nel corso degli anni lo hanno visto coinvolto in articolate vicende giudiziarie per le quali ha anche subito una condanna penale”.