Boccia: “Rischio possibile recessione”  

Boccia: Rischio possibile recessione

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 21/08/2019 19:14

Per l’Italia “c’è un rischio stagnazione e un rischio di possibile recessione“. E’ l’allarme del presidente della Confindustria, Vincenzo Boccia a margine del Meeting di Rimini. “Molte filiere dell’industria italiana sono collegate a quella tedesca, il fatto che la Germania non vada bene non è un segnale positivo per l’Italia. Questo comporta una reazione italiana ed europea”.

Non entra poi nella polemica “voto sì, voto no”. “Non ci aspettiamo nessun tipo di governo da un punto di vista del colore politico. Ci aspettiamo in termini economici delle risposte importanti rispetto al futuro”. “Non entriamo nel merito delle tattiche – spiega – entriamo nel merito economico: abbiamo date importanti davanti a noi“. “Il 26 agosto” è tra queste, la data in cui “ci sarà la nomina dei commissari” e “l’Italia dovrà proporre una figura autorevole” per “ambire a un commissario di primo livello, se vogliamo essere protagonisti di una stagione riformista europea”. “Abbiamo davanti a noi – rileva – una manovra economica che non è affatto semplice. C’è una priorità economica che deve essere affrontata: fare un governo per fare cosa?”.

La ricetta? In primo luogo “ridurre il debito pubblico e affrontare dei fini ambiziosi con l’idealismo di mezzi limitati” perché, spiega, “abbiamo un debito pubblico rilevante e sforare sempre di più questo debito significa indebolire il Paese non rafforzarlo”. L’Italia può essere, sostiene, “tra le prime manifatture al mondo“. “Oggi le aziende italiane pagano il 20% di tasse in più, il 30% per l’energia in più, abbiamo processi più lenti e infrastrutture inferiori. Se rimuovessimo questi deficit, non saremmo solo la prima manifattura in Europa ma tra le prime nel mondo”, dice ancora Boccia. “Le imprese devono fare loro parte – aggiunge Boccia – ma la politica economica deve avere ambizioni rilevanti, uscendo dal presentismo, e coniugando senso responsabilità, realismo e visione del futuro del Paese, partendo dalla dimensione economica che è la soluzione delle questioni politiche”.