Psc acquista Alpitel, nasce realtà da 400 mln ricavi  

Pubblicato il: 28/08/2019 14:21

Psc cresce con l’acquisto di Alpitel. Un’operazione da cui nascerà un gruppo da 400 milioni di euro, attivo in Italia e all’estero nel settore dell’impiantistica per le infrastrutture. Il gruppo Psc di proprietà della famiglia Pesce, secondo quanto scrive il Sole 24 ore, ha acquisito una storica azienda che le permetterà di implementare, e con una mossa non da poco, la sua attività nel settore delle telecomunicazioni.

A entrare nel gruppo Psc, headquarter a Roma ma sede legale a Maratea, in provincia di Potenza, è infatti la Alpitel, società che fa parte delle cosiddette ‘sei sorelle’ nel settore delle infrastruttureper le Tlc (insieme con Ceit, Sielte, Sirti, Site e Valtellina). Intesa raggiunta, quindi, fra il gruppo della famiglia Pesce, Umberto è il presidente e il fratello Angelo riveste il ruolo di vicepresidente, e l’azienda di Nucetto, in provincia di Cuneo, che fa capo alla famiglia Bellino.

Entrambe sono realtà con una lunga storia alle spalle. La Alpitel è stata fondata nel 1950 con il nome di Ilcet e al 31 dicembre 2018 aveva, stando all’ultimo bilancio depositato, un valore della produzione di poco superiore ai 131 milioni di euro in un anno chiuso con un rosso di 3,5 milioni ( dopo un utile di 213mila euro di fine 2017). La storia di Alpitel è legata a quella delle tlc in Italia, ma la società progetta, sviluppa e realizza anche impianti di segnalamento e sicurezza ferroviari e autostradali, soluzioni IoT, cloud, big data.

La società piemontese, alle prese con una fase di passaggio generazionale ma con davanti tutte le opportunità legate alle nuove reti di Tlc e allo sviluppo del 5G, ha incontrato l’interesse del gruppo Psc con alle spalle oltre 60 anni di attività e, come si legge in un company profile, con più di 2.500 commesse eseguite per un valore di impianti installati superiore al miliardo di euro al servizio delle grandi opere.

La storia di Psc è iniziata negli anni 50, per iniziativa del capostipite Emidio Pesce, come ditta artigiana di installazione e manutenzione di impianti elettrici nel Centro-Sud Italia. Alla fine degli anni 50 l’impresa entra nel giro delle committenze pubbliche nel settore dell’impiantistica delle costruzioni e infrastrutture. Arriva poi il business dei contractor a inizio degli anni duemila ma, con il tempo, il gruppo Psc capisce che è il caso di non tenersi legata a a questo mondo in un abbraccio che, alla lunga, sarebbe potuto risultare mortale.

Pensiero che infatti si è rivelato lungimirante considerando la fase di rallentamento macroeconomico. Nel corso degli anni il gruppo Psc, che nel 2018 ha chiuso con 191 milioni di euro di valore della produzione (per il 42% all’estero), portafoglio lavori di 613 milioni, indebitamento finanziario netto di 67,89 milioni e utile netto di 15 milioni, è così entrato in altri settori che vanno dal ferroviario, al navale, puntando allo sviluppo sui mercati internazionali: Qatar, Libia, Romania, Russia e America Latina.

A chiudere il cerchio anche una serie di acquisizioni, di cui l’ultima a metà agosto: la Cargo di Potenza, con 190 dipendenti e 25 milioni di fatturato specializzata nella gestione e manutenzione delle reti elettriche. La decisione che ha portato alla svolta però, è stata quella di abbandonare il mondo dei costruttori di grandi operelegandosi dall’altra parte a committenti con cui negli anni i rapporti erano andati consolidandosi: Enel, Open Fiber, Rfi, Trenitalia, Fincantieri. Proprio quest’ultima nel 2018 ha acquisito una quota del 10% di Psc, con opzione per salire al 49%, evidentemente a conferma della volontà di tenere il più possibile stretto a sé il know how del gruppo lucano.

Un altro 10% circa del capitale è invece di Simest con una way out al dicembre 2021 prorogabile fino al 30 giugno 2023. A valle dell’acquisizione di Alpitel, Psc si troverà a essere a fine 2019 una realtà da circa 400 milioni di euro, di cui 230 ‘propri’, e circa 2.500 dipendenti fra Italia ed estero.

Lo sbarco a piazza Affari resta un’opzione, ma intanto il gruppo sta guardando ad altre opportunità. Una fra tutte la Inso, controllata da Condotte oggi in amministrazione straordinaria che per la società ha avviato un processo per la ricerca di un partner con Mediobanca come advisor. Un’opportunità in più per la Psc di completare il suo progetto: trasformarsi in un polo nazionale delle tecnologie impiantistiche. Partendo dal Sud.