30 anni senza Scirea, ‘signore’ di Juve e Nazionale  

30 anni senza Scirea, 'signore' di Juve e Nazionale

Gaetano Scirea ai Mondiali di Spagna 1982 con il ct Enzo Bearzot (FOTOGRAMMA)

Pubblicato il: 03/09/2019 06:36

Il 3 settembre di 30 anni fa moriva Gaetano Scirea, vittima di un incidente stradale in Polonia dove era andato in qualità di vice allenatore della Juventus, per studiare il Gornik Zabrze avversario dei bianconeri nel primo turno di Coppa Uefa. Se ne andava, a soli 36 anni, il campione del mondo con maglia azzurra nella magica notte di Madrid e campione d’Europa con la maglia della Juventus nella tragica notte dell’Heysel. Di ruolo libero, ma con i piedi buoni, elegante e mai cattivo, riuscì a chiudere la sua carriera senza subire mai espulsioni.

Nato a Cernusco sul Naviglio nell’hinterland milanese il 25 maggio 1953, Scirea dà i primi calci al pallone nel gruppo sportivo “Serenissima” di Cinisello Balsamo, dove nella locale squadra di calcio a sette gioca come punta dal 1963 al 1967, quando passa alle giovanili dell’Atalanta, squadra con la quale esordisce in Serie A a 19 anni il 24 settembre del 1972 in un Cagliari-Atalanta 0-0. Scelto per sostituire Salvadore, passa nella stagione 1974/75 alla Vecchia Signora, squadra alla quale legherà il nome fino al giorno della morte e oltre.

Quattordici stagioni, 377 presenze e 24 gol in campionato, l’ultimo dei quali da subentrante al 90′ in un Sampdoria-Juventus dell’aprile 1988 che vale ai bianconeri allenati da Marchesi il pareggio per 2-2. Sette scudetti, solo uno in meno di Furino cui succede come capitano. E poi due Coppe Italia e cinque coppe internazionali. una Coppa dei Campioni, una Coppa Uefa, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa e una Coppa Intercontinentale.

Anche la nazionale arriva assai presto, il 30 dicembre 1975, a 22 anni, nell’amichevole Italia-Grecia. Presenza inamovibile nella nazionale di Bearzot colleziona in tutto 78 presenze, 10 delle quali da capitano, e soprattutto il titolo mondiale di Spagna ’82. Con movenze simili a quelle di Franz Beckenbauer, Scirea è ritenuto non soltanto uno dei più grandi difensori di sempre, ma anche uno dei più eleganti e moderni: il suo notevole senso tattico, reminiscenza dei suoi esordi da centrocampista, lo portava a dare il via a repentini ribaltamenti di gioco, assumendosi in prima persona il compito di impostare l’azione.

Per ricordarlo da domani sarà in radio, disponibile sulle piattaforme streaming e in digital download ‘Mi chiamo Gaetano’ (Incipit Records/Egea), il brano del compositore, autore e sceneggiatore Giuseppe Fulchieri, dedicato all’indimenticato campione della Juventus. La metà dei proventi ricavati dalla vendita del brano sarà destinata alla Fondazione Piemontese per la Ricerca sul Cancro Onlus per sostenere l’Istituto di Candiolo, centro internazionale di ricerca e cura in ambito oncologico.

Prodotto da Ettore Caretta, con la produzione artistica di Alberto Tafuri, ‘Mi chiamo Gaetano’ è un omaggio dell’autore al fuoriclasse e all’uomo Gaetano Scirea, diventato icona assoluta e leggenda sportiva al di là di ogni fede calcistica.