Diabolik, parla Boccacci: “Carminati per me un fratello, non rinnego”  

Diabolik, parla Boccacci: Carminati per me un fratello, non rinnego

Massimo Carminati (Fotogramma)

Pubblicato il: 03/09/2019 19:10

dall’inviata Silvia Mancinelli

“Io con Massimo mi ci vedo per amicizia vera, ci conosciamo da quando avevamo 14 anni, oggi io ne ho 62 lui 61. Ognuno della propria vita decide cosa fare, però non toglie una amicizia fraterna”. E’ un passaggio dell’intervista di Maurizio Boccacci -62 anni, è uno dei “fascisti di Roma Nord” nominati da Fabio Gaudenzi in un video diffuso su YouTube– all’Adnkronos.

“Massimo per me è sempre un fratello, io non rinnego: come Riccardo Brugia, che conosco meno, come Fabio (Gaudenzi) che veniva da ragazzo al Movimento Politico, come Elio Di Scala per il quale ogni anno vado a deporre una rosa dove è caduto”.

“Io non sono fortunatamente né un giudice né un poliziotto e sono contro questo regime, ma i miei precedenti riguardano solo l’attività politica, sono stato condannato solo per azioni politiche, come a Brescia. Gaudenzi ha scontato quello che doveva scontare, non aveva altri problemi, guarda caso gli erano rimasti bei soldi e begli averi, buon per lui (se avessi fatto io una cosa del genere mi avrebbero levato anche i pantaloni). E’ impazzito, si vede che l’essere isolato e messo da parte, in un momento di esaltazione, di perdita di lucidità, o sotto effetto di qualcosa, abbia fatto questa mossa per risalire agli onori della cronaca o amicarsi qualche magistrato”, sottolinea Boccacci.

“Ci sono due cose che non vanno in questa storia: la vicinanza temporale con la morte di Fabrizio e la prossima pronuncia della Cassazione su Mafia Capitale – spiega – Si vuol fare tutto insieme per dar maggiore forza alle due situazioni, perché sull’omicidio brancolano nel buio e su Mafia Capitale i reati non sono così grandi. Carminati, come altri coimputati, ha commesso gli stessi reati dell’ex presidente della regione Lombardia, Formigoni: solo che i primi stanno al 41 bis, l’altro è andato farsi un mese al mare. In Mafia Capitale non ci sono stati reati come omicidi, violenza, al massimo si parla di concussione”.

“Massimo non si conosce, è una persona che ha aiutato diversa gente ed è molto attaccato ai suoi cari. Ognuno poi ha il proprio carattere, negli anni Settanta ognuno di noi ha combinato il suo, lui stesso lo dice e anche io non rinnego nulla. Ma da lì a creare un mostro e attribuirgli tutto quello che succedeva, mi sembra un po’ eccessivo”.

“Abbiamo fatto cose belle e altre meno – ammette Boccacci Io stesso ho un grande rimorso, quello di aver picchiato i figli dei fiori. All’epoca però eravamo uomini veri anche se adolescenti. Cominciavamo a sparare a 20 anni per difenderci, perché sennò a casa non rientravi. Quello, a dire il vero – spiega Boccacci – è il più grande errore, perché si sono creati questi opposti estremismi voluti dal sistema-regime che voleva questi scontri, i morti, per avere il pugno duro e seguitare a fare ciò che facevano. Ma noi all’epoca avevamo la polvere da sparo nel sangue, lo abbiamo capito dopo tanti compleanni che siamo stati manovrati. Gaudenzi non ha una storia così forte, per me o è impazzito o è manovrato: spero sia la prima ipotesi, è l’unica spiegazione”.

Pensa che quello di Piscitelli sia più un omicidio politico o che ci siano altri affari di mezzo? “Per saperlo bisognerebbe stare in quell’ambiente – dice – essere stato più che vicino a Fabrizio. Io con lui mi vedevo, ma niente più che una cena, di qualche chiacchierata, come accadeva con Massimo. Ma quando sei fuori meno sai meglio stai, questo mi ha ripagato. Ho vissuto del mio lavoro, ho vissuto sempre di azione politica, su altri temi non entro e mi sembra molto strano che Gaudenzi possa essere a conoscenza del mandante dell’omicidio di Piscitelli. La magistratura vuol cercare una strada per creare ancor più polverone… Sono rimasto l’unico fuori, per cui, decidessero loro. Dovrei pagare per le parole di un pazzo? Beh, a questo punto va tutto bene, non c’è problema”.

Boccacci non rinnega nulla, e, interpellato sulle ultime vicissitudini del Governo, riponde secco: “Non mi interesso della politica dal ‘46, da quando hanno creato la Costituzione. Per me il Pd si può alleare anche con Forza Italia perché è un unico secchio e non voglio dire cosa c’è in quel secchio. Io non sono un politico ma un idealista e tra politico e idealista passa il giorno e la notte. Sono un fascista e tale rimango. Guardo, leggo, rido. Sono tutti uguali”.