Famiglia Cristiana: “Nasce Conte bis ma strada è tutta in salita”  

Famiglia Cristiana: Nasce Conte bis ma strada è tutta in salita

(Fotogramma)

Pubblicato il: 05/09/2019 16:44

“Nasce il Conte bis ma la strada è tutta in salita”. Lo registra senza indulgere a trionfalismi Famiglia Cristiana con un servizio sul web di Francesco Anfossi nel giorno del giuramento del Conte bis. “ll Conte bis – scrive – nasce certamente all’insegna della discontinuità rispetto al precedente governo, sebbene uno dei due motori e il pilota siano rimasti gli stessi. Il premier guida un esecutivo non più basato su un contratto ma su un’alleanza, su due forze politiche tese a creare ‘un amalgama’ come ha spiegato lui stesso, un progetto condiviso che dovrebbe portare il Paese fuori dalle secche in cui si trova attualmente”.

Il settimanale dei Paolini mette in guardia il neonato governo: “Salvini e gli altri sovranisti hanno perso consenso, grazie all’incredibile serie di errori del rodomontesco leader della Lega, ma sono pur sempre maggioranza del Paese, specie se alleata con quella maggioranza smarrita che non è andata al voto. Pronti a riempire la piazza e ad approfittare delle debolezze del Conte bis”, annota Famiglia Cristiana.

“Ce la farà il “Conte alla rovescia”, come lo ha definito Massimo Gramellini sul “Corriere della sera”? Ce lo auguriamo tutti per il bene del Paese, naturalmente. Il suo punto di forza – rileva Famiglia Cristiana – è l’essersi liberato di Salvini, della Lega e della sua Bestia, che nella precedente formazione, attraverso la leva del ministro degli Interni, gli levava luce e rosicchiava consensi ai Cinque Stelle, la forza politica di cui è espressione. L’abilità con cui il presidente del Consiglio si è scrollato di dosso un simile “baco” è stata notevole, quasi andreottiana diremmo, e ne ha rivelato inaspettate doti politiche. Il resto lo hanno fatto la capacità e la lungimiranza del Capo dello Stato, che tra le altre cose buone ha favorito la nomina di Luciana Lamorgese, figura di “civil servant” esemplare per esperienza e competenza”.

Sul neo ministro dell’Interno, il giornale dei Paolini rileva: “Il prefetto riporterà il Viminale ai suoi compiti, che sono quelli di garantire ordine e sicurezza laddove ce n’è veramente bisogno, senza utilizzarlo come strumento di propaganda elettorale a colpi di tweet e post in vista delle prossime elezioni, e senza invelenire il Paese con l’odio verso migranti, rom e altri poveri disgraziati utili solo per gonfiare la pancia del Paese e a costituire da “nemico” per alimentare la macchina del consenso (un grande classico di tutti gli aspiranti tiranni e dittatori o al servizio di dittatori, da Licurgo a Goebbels). Ma la sfida che ha davanti il nuovo esecutivo è difficile e complessa. Si ha quasi l’impressione che i nuovi protagonisti non se ne rendano conto. Se il governo si pone come obiettivo quello di traghettare l’attuale maggioranza politica fino alle elezioni del nuovo capo dello Stato e arrivare alla scadenza naturale della legislatura non avrà vita lunga”.