“Su migranti Ue cambi”, l’appello del decano Heiner Bludau  

Su migranti Ue cambi, l'appello del decano Heiner Bludau

Heiner Bludau

Pubblicato il: 12/09/2019 20:10

(di Rossana Lo Castro) “I diritti umani non possono essere dimenticati. Aiutare questa gente è un obbligo morale, ma il peso dell’accoglienza non può ricadere solo sui Paesi che si affacciano sul Mediterraneo. L’Europa intera è chiamata a dare una risposta“. Heiner Bludau, decano della Chiesa evangelica luterana in Italia (Celi), accoglie con favore l’idea, lanciata dalla Ekd (Evangelische Kirche Deutschlands) e annunciata dal presidente delle chiese evangeliche tedesche, Heinrich Bedford-Strohmi, di inviare una nave nel Mediterraneo per contribuire ai salvataggi in mare. “Sono d’accordo” dice il decano Bludau all’Adnkronos, sottolineando che “in alcun modo questa iniziativa punta a interferire sulle vicende politiche italiane”.

Al contrario alla base della decisione del vescovo Heinrich Bedford-Strohmi, c’è la risposta a una domanda. “Come possiamo aiutare concretamente e non solo a parole questi rifugiati? Le Chiese protestanti in Germania da tempo si interrogano su questo tema”. Insomma, non si tratta di alimentare scontri politici ma di ricordare che “aiutare persone in pericolo è importante e i diritti umani non possono essere messi da parte”. Il fenomeno migratorio, però, chiama in causa l’intera Europa. “Tutti i Paesi europei devono collaborare – dice -, accogliere questa gente e lavorare su una redistribuzione dei rifugiati. E’ un compito che non può essere lasciato solo ai Paesi che si affacciano sul Mediterraneo e che finora hanno sopportato il peso maggiore”.

E la stretta del precedente governo gialloverde sui migranti? “Non intendo commentare vicende politiche, ma mi auguro che adesso l’Italia cerchi un dialogo con l’Europa, che possa cambiare qualcosa, ma non solo qui. Senza un’accoglienza da parte di tutti gli Stati europei non si può andare avanti. I rifugiati devono avere un posto in cui vivere e questo non può essere solo l’Italia”. Salvataggi in mare e corridoi umanitari sono solo una faccia della medaglia, “una risposta di emergenza”, ma “uno sguardo a lungo termine impone la necessità di trovare una soluzione per fare i modo che questa gente non fugga dai propri Paesi. Per limitare le partenze dall’Africa occorre cambiare le condizioni di vita lì. In ogni caso, lasciarli in mare in attesa di un porto sicuro non è la soluzione al fenomeno migratorio”.