La scissione di Toti pesa sulle casse, 500 mila euro in meno a Forza Italia  

La scissione di Toti pesa sulle casse, 500 mila euro in meno a Forza Italia

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Pubblicato il: 13/09/2019 06:46

di Vittorio Amato

Quasi mezzo milione di euro. Per l’esattezza 481 mila euro. Tanto costerà alle casse di Forza Italia la scissione di Giovanni Toti, almeno per ora. Un vero e proprio tesoretto, considerati anche i tempi di magra per i partiti dopo il taglio al finanziamento pubblico e la scelta di Silvio Berlusconi di chiudere i rubinetti per le finanze azzurre. Ogni fuoriuscito forzista porterà in dote al governatore ligure il suo ‘contributo annuale’ al gruppo di appartenenza.

Per arrivare alla cifra di 500 mila euro, il conto è presto fatto. Numeri alla mano, bisogna partire dalla conferenza stampa alla Camera, dove Toti ha ufficializzato l’approdo al suo movimento ‘Cambiamo’ di 5 deputati azzurri (Manuela Gagliardi, Stefano Benigni, Claudio Pedrazzini, Giorgio Silli e Alessandro Sorte), che nei prossimi giorni si iscriveranno al Misto. Si tratta di un passaggio stimato 245mila euro, visto che ogni onorevole che aderisce a un gruppo ‘vale’ 49mila euro per 12 mesi.

La prossima settimana sono dati in uscita altri parlamentari: si parla dei 4 senatori totiani Paolo Romani, Luigi Vitali, Vittorio Massimo Berruti e Gaetano Quagliariello, pronti a dire addio al Cav e a trasferirsi in blocco al Misto di palazzo Madama sotto l’insegna di ‘Cambiamo’.

Una notizia che non farà certo piacere al presidente dei senatori forzisti, Annamaria Bernini, che con 4 colleghi in meno si troverebbe con un ‘buco’ di oltre 200mila euro (per la precisione 236mila euro). Ogni senatore che va via, infatti, e trasloca in un altro gruppo, ‘vale’ 59mila euro l’anno.

Alla fine, dunque, Toti si ritroverebbe mezzo milione di euro in tasca per organizzare il suo partito sul territorio e in Parlamento. Liquidi che fanno gola a tutti. Il ‘contributo annuale’ che spetta a ogni gruppo parlamentare, di solito, viene utilizzato soprattutto per le spese del personale e dei servizi (dalle bollette telefoniche alle consulenze esterne all’attività politica e di comunicazione).

Ma c’è una variabile da considerare. Il ‘passaggio’ dei soldi da Fi a ‘Cambiamo’ non è automatico. Secondo il regolamento della Camera, ad esempio, spetterà al collegio dei questori riunirsi e verificare prima se esiste una ‘variazione’ di un quinto del numero dei componenti dei vari gruppi per poter procedere poi alla ripartizione del ‘contributo annuale’, a cominciare dalle somme portate in dote da ogni ‘fuoriuscito’.