Prescrizione, 5 giorni di sciopero dei penalisti  

Prescrizione, 5 giorni di sciopero dei penalisti

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Pubblicato il: 30/09/2019 17:50

Cinque giorni di sciopero, dal 21 al 25 ottobre. Un’intera settimana in cui gli avvocati penalisti italiani si asterranno dalle udienze per protestare contro la riforma della prescrizione, con lo stop dopo la sentenza di primo grado, la cui entrata in vigore è prevista dall’1 gennaio 2020 e che il governo non intende prorogare, come ha ribadito in più occasioni nei giorni scorsi il ministro della Giustizia, Alfonso Bonafede. L’iniziativa, già annunciata sabato dal presidente dell’Unione delle Camere penali, Gian Domenico Caiazza, al termine dei lavori degli stati generali sulla riforma dell’ordinamento giudiziario, è stata formalizzata oggi da una delibera della giunta.

Nel documento approvato i penalisti ricordano di avere fin dall’inizio denunciato con forza che “quella riforma della prescrizione rappresenta una delle pagine più sciagurate della deriva populista e giustizialista del nostro Paese” perché “afferma il principio, manifestamente incostituzionale, secondo il quale il cittadino, sia esso imputato che parte offesa del reato, possa e debba restare in balia della giustizia penale per un tempo indefinito”. Una denuncia alla quale “si è associata l’intera comunità dei giuristi italiani, se è vero che oltre 150 docenti di diritto penale, processuale e costituzionale, e finanche presidenti emeriti della Consulta, hanno sottoscritto il nostro appello con il quale evidenziavamo al Presidente della Repubblica, al momento della promulgazione di quella legge di riforma, i plurimi profili di incostituzionalità”.

L’entrata a regime delle norme, osserva l’Ucpi, richiamando anche le posizioni assunte dall’Associazione nazionale magistrati e dal Consiglio superiore della magistratura, “determinerebbe un disastroso allungamento dei tempi dei processi, soprattutto a partire dal grado di Appello, giacché verrebbe a mancare la sola ragione che oggi ne sollecita la celebrazione. Si tratta insomma di quella famosa ‘bomba atomica’ cui l’allora ministro Giulia Bongiorno paragonò la potenza devastatrice di una simile riforma”. Per questo “occorre produrre il massimo sforzo perché l’opinione pubblica sia debitamente informata della reale, devastante portata di una simile riforma per i diritti fondamentali di ciascuno di noi”.

I penalisti, ribadendo la necessità di “un intervento legislativo efficace che riduca drasticamente i tempi di durata dei processi penali, senza ovviamente alcun pregiudizio per le garanzie costituzionali che assistono l’imputato nel processo”, si dicono disponibili a riprendere “il percorso di riforma” avviato nella scorsa legislatura con i tavoli tra penalisti, Anm e ministro della Giustizia, che “ha prodotto un pacchetto di interventi riformatori coerenti con quelle premesse e certamente efficaci, sebbene poi, al momento della trasposizione nella legge delega, svuotati di ogni incisività per una serie decisiva di obiezioni ideologiche, segnatamente sul potenziamento dei riti alternativi al dibattimento, avanzate dalla Lega”. Ma, avverte l’Ucpi, “si tratta di un percorso di riforma che resta incompatibile con l’aberrante principio abrogativo della prescrizione“.

Con la delibera, infine, si invitano le Camere Penali territoriali “a organizzare in quella settimana una serrata serie di iniziative politiche volte a informare la pubblica opinione delle ragioni della nostra protesta, ed a coinvolgere nel dibattito e nel confronto le forze politiche le altre associazioni dell’avvocatura, la magistratura, l’Università, gli esponenti della cultura e della società civile, e tutti coloro che intendono impedire l’affermarsi nel nostro Paese della idea incivile ed incostituzionale dell”imputato a vita’”.

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