Castelli nel mirino per norma ostelli 

Castelli nel mirino per norma ostelli

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 23/10/2019 16:33

di Antonio Atte

Ha creato non pochi malumori, all’interno del Movimento 5 Stelle, un emendamento al dl imprese presentato da alcuni senatori grillini che mirava a convertire l’Aig (Associazione italiana alberghi per la gioventù) in ente pubblico. Il segretario nazionale della no profit è infatti Carmelo Lentino, collaboratore del viceministro dell’Economia Laura Castelli. Il caso è stato sollevato dalla testata Politico.eu. E il deputato M5S Fabio Berardini della Commissione Attività Produttive ha confermato i mal di pancia di queste ore: “E’ proprio così, vogliamo vederci chiaro su questa vicenda”, ha detto questa mattina il parlamentare all’Adnkronos. Alla fine la polemica è stata stoppata con la soppressione della norma sugli ostelli, che è sparita dal testo del decreto.

“Noi deputati della Commissione X abbiamo sempre espresso dubbi e dato pareri negativi sull’argomento”, fa eco il collega Marco Rizzone, il quale racconta che “Lentino è venuto anche da noi sei mesi fa a ‘sponsorizzare’ la norma ma l’abbiamo fermato. Quindi chiediamo: Castelli era consapevole? Noi questa cosa la sapevamo da sei mesi, l’abbiamo segnalata anche all’allora capogruppo Francesco D’Uva. Se avessimo voluto colpire Castelli lo avremmo fatto durante la formazione del governo”. “Se questa persona non ha informato Castelli della sua posizione – rimarca Berardini – allora lei è parte lesa”.

Ma fonti dell’Aig precisano che questi incontri sono avvenuti prima che Lentino diventasse collaboratore della Castelli. Dall’entourage del viceministro dell’Economia filtra irritazione per quella che viene definita una “polemica strumentale costruita ad arte” e viene inoltre evidenziato che sulla norma in questione si è registrata un'”ampia condivisione” da parte delle altre forze politiche, che hanno presentato emendamenti analoghi: il provvedimento, si sottolinea inoltre, recepisce il contenuto di due proposte di legge, una targata M5S al Senato e un’altra di Forza Italia presentata alla Camera, mentre l’anno scorso fu presentato dal leghista Gianfranco Rufa un emendamento alla legge di bilancio.

Ma per Berardini e Rizzone il problema è politico: “Con questa norma si voleva trasformare in ente pubblico una no profit” dopo “una sentenza del Tribunale di Roma che ha rigettato la richiesta di concordato e in particolare la richiesta di omologazione del concordato proposta da questa associazione (l’Aig, ndr), che pare abbia una pendenza debitoria pari a circa 9 milioni di euro. In questo modo si sposta la massa debitoria sullo Stato. Per noi è importante fermare le porcate, non solo fare buone leggi”.

A queste osservazioni replicano sempre fonti dell’Aig, interpellate dall’Adnkronos, le quali sottolineano come la norma sugli ostelli (poi soppressa) “non prevedesse particolari oneri se non quello del personale. E questo su iniziativa delle forze politiche che hanno partecipato alla discussione”.

Sulla vicenda è intervenuto anche Filippo Capellupo, presidente dell’Aig, il quale si è detto “sorpreso” dalle ricostruzioni di stampa che secondo lui “mortificano il valore storico e sociale dell’Associazione italiana alberghi per la gioventù”. “Articoli – attacca Capelluto – pieni di inesattezze e ricostruzioni fantasiose su presunti conflitti di interessi, che non tengono conto della natura e della particolarità di un ente che ha favorito per quasi 75 anni il turismo giovanile, scolastico e sociale, consentendo la mobilità nazionale e internazionale di milioni di giovani italiani e stranieri”.

“Da una forza di governo come il Movimento 5 Stelle ci attenderemmo che si assumesse la responsabilità di trovare una soluzione, che peraltro loro stessi avevano già individuato assieme a tutto il resto dell’arco Costituzionale, invece che denigrare e mettere a repentaglio un ente, numerosi posti di lavoro e l’immagine stessa di un’importante parte del turismo italiano”, aggiunge il presidente dell’Aig.

Ma c’è un ultimo punto che ha mandato su tutte le furie i deputati Rizzone e Berardini e riguardava, raccontano i due parlamentari, “la possibilità di introdurre meccanismi premiali per gli ex dipendenti dell’associazione in fase di concorso, una volta completata la trasformazione della no profit in ente pubblico”.

“Ma questo – replicano fonti dell’Aig – non implica alcun automatismo. Si tratta solo di salvaguardare i livelli occupazionali: lì c’è gente che lavora da 40 anni ed è a un passo dalla pensione. Non a caso, il decreto si chiama ‘salva imprese'”.