Sinodo per l’Amazzonia apre uno spiraglio ai preti sposati   

Sinodo per l'Amazzonia apre uno spiraglio ai preti sposati

(Fotogramma/Ipa)

Pubblicato il: 26/10/2019 21:19

di Elena Davolio

Il Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia apre uno spiraglio ai preti sposati. La parola ‘viri probati’, per la verità, non compare mai nel documento finale ma al paragrafo 111 – che ha incassato 128 voti con 41 contrari (è stato il paragrafo che ha raccolto il maggior numero di ‘non placet’) ottenendo la maggioranza qualificata dei 2/3, i Padri sinodali hanno scritto: “Proponiamo di stabilire criteri e disposizioni da parte dell’autorità competente, nell’ambito di Lumen Gentium 26, di ordinare sacerdoti uomini adatti e riconosciuti della comunità, che abbiano un proficuo diaconato permanente e ricevano una formazione adeguata per il presbiterato, potendo avere una famiglia legalmente costituita e stabile da sostenere la vita della comunità cristiana attraverso la predicazione della Parola e la celebrazione dei Sacramenti nelle aree più remote della regione amazzonica”.

“Molte delle comunità ecclesiali del territorio amazzonico – si legge ancora – hanno enormi difficoltà di accesso all’Eucaristia. A volte non passano solo mesi, ma anche diversi anni prima che un sacerdote possa tornare in una comunità per celebrare l’Eucaristia, offrire il sacramento della riconciliazione o ungere i malati nella comunità. Apprezziamo il celibato come un dono di Dio nella misura in cui questo dono consente al discepolo missionario, ordinato al presbiterato, di dedicarsi pienamente al servizio del Santo Popolo di Dio. Stimola la carità pastorale e preghiamo che ci siano molte vocazioni che vivono il sacerdozio celibe. Sappiamo che questa disciplina “non è richiesta dalla natura stessa del sacerdozio … sebbene abbia molte ragioni per praticarla”. Nella sua enciclica sul celibato sacerdotale, San Paolo VI sostenne questa legge e presentò motivazioni teologiche, spirituali e pastorali che la sostengono. Nel 1992, l’esortazione post-sinodale di San Giovanni Paolo II sulla formazione sacerdotale ha confermato questa tradizione nella Chiesa latina”.

DIACONATO FEMMINILE – Il Sinodo dei Vescovi sull’Amazzonia nel documento finale chiede di potere condividere esperienze e riflessioni con la Commissione. Nel documento – paragrafo 103 (137 sì – 30 no, passato con la maggioranza qualificata) – non si parla della creazione di un ministero per istituzionalizzare il ruolo delle donne in Amazzonia come era stato sollecitato da tanti. Si legge: “Nelle numerose consultazioni che si sono svolte in Amazzonia è stato riconosciuto e sottolineato il ruolo fondamentale delle religiose e delle laiche nella Chiesa amazzonica e nelle sue comunità, visti i molteplici servizi che offrono. In molte di queste consultazioni è stato sollecitato il diaconato permanente per le donne. Per questo motivo il tema è stato anche molto presente durante il Sinodo”. “Già nel 2016 – si legge ancora nel paragrafo dedicato alle donne – papa Francesco aveva creato una commissione di studio sul diaconato delle donne che, come Commissione, è arrivata ad un risultato parziale su come era la realtà del diaconato delle donne nei primi secoli della Chiesa e sulle implicazioni attuali”. Da qui la proposta dei Padri sinodali che ha ottenuto la maggioranza qualificata dei 2/3: “Vorremmo condividere le nostre esperienze e riflessioni con la Commissione a attenderne i risultati”.

DONNE LEADER DI COMUNITA’ – Sì “al ministero del lettorato e dell’accolitato” per le donne in Amazzonia . I Padri sinodali nel documento finale che ha incassato la maggioranza qualificata dei 2/3 in tutti i 119 paragrafi, al paragrafo 102 scrivono: “Nei nuovi contesti di evangelizzazione e di pastorale in Amazzonia, dove la maggior parte delle comunità cattoliche sono guidate da donne, chiediamo che venga creato il ministero istituito di ‘donna dirigente di comunità‘, dando a esso un riconoscimento, nel servizio delle mutevoli esigenze di evangelizzazione e di attenzione alle comunità”. I Padri sinodali chiedono la “revisione del motu proprio Ministeria quaedam di San Paolo VI, affinchè anche donne adeguatamente formate e preparate possano ricevere i ministeri del lettorato e dell’accolitato, tra gli altri che possono essere svolti”. Il paragrafo ha ottenuto 160 ‘placet’ e 11 ‘non placet’.

Il SINODO E GLI ECO PECCATI – I Padri sinodali nel documento finale sul Sinodo Panamazzonico chiedono di “definire il peccato ecologico come un’azione o un’omissione contro Dio, contro il prossimo, la comunità e l’ambiente. E’ un peccato contro le generazioni future”, scrivono al paragrafo 82. Da qui la proposta di “creare ministeri speciali per la cura della ‘casa comune’ e la promozione dell’ecologia integrale a livello parrocchiale e in ogni giurisdizione ecclesiastica”.