INSETTO RAGNO SULLA SUA RAGNATELA
Pubblicato il: 31/10/2019 14:37
Si ispira ai ragni il nuovo nastro biadesivo progettato per incollare i tessuti dopo un intervento chirurgico. Il dispositivo imita, in particolare, il modo in cui questi insetti trasudano una sorta di colla per catturare le loro prede sotto la pioggia. Gli scienziati del Massachusetts Institute of Technology (Mit) hanno notato che la sostanza secreta dai ragni assorbiva l’acqua, contribuendo così a catturare la preda nonostante l’ambiente scivoloso. Il nastro adesivo fa la stessa cosa e, secondo i test condotti sulla pelle e sul tessuto polmonare dei maiali, funziona in pochi secondi.
Il team, che descrive i risultati ottenuti su ‘Nature’, ha spiegato che dopo ulteriori ricerche potrebbe essere usato al posto delle suture. Ma mancano ancora diversi anni prima dei test sugli esseri umani. Le suture – i punti che chiudono i lembi di una ferita o un taglio chirurgico – non sempre funzionano bene e possono causare infezioni e dolore. Mentre le colle per i tessuti del corpo umano, che già esistono, possono richiedere diversi minuti per ‘saldarsi’ e rischiano di gocciolare su altre parti dell’organismo.
I ragni secernono un materiale appiccicoso contenente polisaccaridi che assorbono l’acqua dalla superficie di un altro insetto quasi istantaneamente, lasciando una piccola macchia asciutta su cui la colla può aderire.
Allo stesso modo, i ricercatori hanno usato l’acido poliacrilico sul nastro per assorbire l’acqua dai tessuti bagnati del corpo, cosa che ha quindi attivato la colla permettendole di aderire rapidamente. L’aggiunta di gelatina o chitosano può far sì che il nastro mantenga la sua forma per alcuni giorni o un mese, a seconda di quanto tempo deve durare, dicono i ricercatori.
“È molto difficile – commenta l’autore dello studio, Hyunwoo Yuk – suturare tessuti molli o fragili come quelli di polmone o trachea. Ma con il nostro nastro biadesivo, in cinque secondi possiamo facilmente sigillarli”. Questo nuovo prodotto potrebbe essere utilizzato anche per collegare dispositivi medici a organi come il cuore, “senza causare danni o complicazioni secondarie da perforazione”. I ricercatori hanno ora in programma di eseguire altri test sugli animali, prima di passare a quelli sull’uomo.