Abusi Forteto, Cassazione conferma condanna al ‘profeta’ Fiesoli 

Abusi Forteto, Cassazione conferma condanna al 'profeta' Fiesoli

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Pubblicato il: 06/11/2019 19:45

I giudici della IV sezione penale della Cassazione hanno messo la parola fine alla vicenda giudiziaria del Forteto, la comunità di Vicchio del Mugello (Firenze) di cui era capo e fondatore Rodolfo Fiesoli, 78 anni, detto il ‘profeta’, per il quale ora si aprono le porte del carcere. Il guru della comunità fondata nel 1977 come cooperativa agricola e che accoglieva i minori in affidamento, teorizzando il superamento della famiglia, era accusato di abusi sessuali, anche su minori, e maltrattamenti.

I giudici della Suprema Corte hanno infatti rigettato i ricorsi presentati dai due imputati, come sollecitato oggi anche dalla procura generale, e hanno confermato la sentenza di condanna a 14 anni e 10 mesi per Fiesoli che era stata emessa nell’ottobre dello scorso anno al termine del processo d’appello bis. Confermata anche la condanna a 6 anni e 4 mesi per Daniela Tardani, una delle donne affidatarie di minori, accusata di violenza sessuale di gruppo insieme al ‘profeta’.

Il secondo processo d’appello era stato celebrato dopo il rinvio disposto dalla Cassazione per un ricalcolo della pena complessiva che scaturiva da una diversa valutazione del reato “base”, cioè quello più grave. Rodolfo Fiesoli era stato scarcerato l’8 luglio del 2018 a seguito di una decisione della Cassazione del precedente 5 luglio, dopo un ricorso presentato dal suo difensore, l’avvocato Lorenzo Zilletti. Fiesoli era stato condannato a 15 anni e 10 mesi, ma la Cassazione aveva stabilito che dovesse scontare un residuo di pena di 14 anni, 8 mesi e 17 giorni.

Il 23 dicembre 2017, Fiesoli venne accompagnato dai carabinieri nel carcere fiorentino di Sollicciano. Il ricorso in base al quale Fiesoli era stato rimesso in libertà dalla prima sezione della Corte di Cassazione era stato presentato dai difensori del fondatore del Forteto per un “incidente di esecuzione”, ovvero l’impossibilità di eseguire una pena che non abbia i caratteri di certezza e irrevocabilità dal momento che doveva ancora celebrarsi un altro processo per un singolo caso di violenza sessuale su un minore che all’epoca era ospite della comunità di Vicchio. Il processo si è poi celebrato con rito abbreviato e che si è concluso con una condanna a 8 anni per Fiesoli.