(Foto Fotogramma)
Pubblicato il: 21/11/2019 11:58
La città di Roma cancella dalla sua toponomastica i nomi di due firmatari del Manifesto della razza, a cui erano precedentemente intitolate tre strade. I tre nuovi intestatari sono scienziati, tra cui due donne, che si opposero e furono vittime di discriminazioni razziali durante il regime fascista. Nel Municipio XIV via Donaggio diventa ora via Mario Carrara, largo Donaggio diventa largo Nella Mortara, mentre nel IX Municipio via Zavattari si chiamerà via Enrica Calabresi.
“Oggi noi stiamo scrivendo un pezzetto di storia di Roma e soprattutto la state scrivendo voi studenti, che avete contribuito a scegliere il nome di tre strade a Roma che rimarranno per sempre’’, ha detto la sindaca di Roma Virginia Raggi nel corso della cerimonia, alla presenza della presidente dell’Unione delle Comunità ebraiche italiane Noemi Di Segni, la presidente della Comunità ebraica di Roma Ruth Dureghello, Lea Polgar, che da bambina fu espulsa da scuola per effetto delle leggi razziali.
“Il contributo di ciascuno di noi è fondamentale per scrivere le pagine della nostra storia – ha aggiunto Raggi -Dobbiamo imparare a capire il valore delle nostre azioni. Con questo atto, che io definisco storico, voi ragazzi avete fatto una scelta di campo netta e importante in un periodo storico come questo, in cui stanno rivivendo scintille di odio razziale. Dobbiamo rimanere vigili, come sentinelle, e fare da argine alla riproposizione degli errori del passato. Nessuno pensi che voltarsi dall’altra parte significhi rimanere neutri. Anche l’indifferenza è una scelta. E indispensabile capire oggi quanto sia stato facile allora scivolare in un regime di violenza, nel fascismo, nell’indifferenza di quanti si sono voltati dall’altra parte”.
“Stiamo vivendo un momento storico” ha detto Noemi Di Segni nel corso della cerimonia. “A Roma sta avvenendo questo mentre in queste ore in altre città, come Verona, si sta confermando la strada intitolata ad Almirante. Da diversi mesi stiamo cercando di far ragionare questa città ma non è stato accolto, Roma ha intrapreso un altro percorso che oggi celebriamo insieme”, ha aggiunto.
“Vi porto il saluto delle 21 comunità ebraiche italiane – ha detto poi Di Segni rivolgendosi agli studenti – La storia che oggi ricordiamo è stata vissuta pochi decenni fa. Non avete nelle vostre materie una materia che si chiama libertà, che non bisogna mai dare per scontata. Voi oggi potete scegliere come vivere, cosa diventare, viaggiare è qualcosa che negli anni del fascismo è stato negato a molti. Dalle parole di odio dette o ignorate si è passati alle armi. Pochi hanno resistito al percorso di decadenza umana e hanno deciso di dare alla storia che vivevano un significato diverso e hanno combattuto per la libertà di tutti noi’’.