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Pubblicato il: 21/11/2019 12:09
Gare per i lavori pubblici che poi venivano affidati direttamente a imprenditori ‘amici’ grazie allo strumento del ricorso alla procedura d’urgenza: era su questo che si basava il giro di corruzione e tangenti smantellato oggi a Roma dai finanzieri del Nucleo Speciale Anticorruzione che, su delega della Procura capitolina, hanno eseguito 20 misure cautelari decise dal gip nei confronti di 8 funzionari pubblici e 12 imprenditori. In 14 sono stati arrestati, di cui 4 in carcere, oltre a 6 obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria.
I funzionari coinvolti, in servizio presso il Provveditorato Interregionale delle Opere Pubbliche del Ministero delle Infrastrutture, il Provveditorato dell’Amministrazione Penitenziaria, l’Ater della Provincia di Roma, l’Istituto Centrale di Formazione per il Personale della Giustizia Minorile e l’Ufficio per i Servizi Tecnico-Gestionali del Ministero dell’Interno, avevano ideato uno schema nelle gare per nascondere la mancata applicazione del principio di rotazione degli affidamenti, poiché i lavori, formalmente assegnati a diverse società, venivano poi eseguiti dallo stesso imprenditore. In cambio, i funzionari pubblici ricevevano non solo denaro, ma anche lavori nelle proprie abitazioni, acquisto di appartamenti a condizioni vantaggiose e l’assunzione di familiari. Tra i numerosi contratti finiti sotto la lente degli investigatori ci sono anche i lavori di adeguamento dell’impianto di climatizzazione e antincendio presso gli uffici della Corte d’Appello di Roma a viale Giulio Cesare, e altri lavori edili realizzati all’interno del Palazzo di Giustizia di Piazzale Clodio.
“DOMINUS IMPRENDITORE DALLA DOPPIA IDENTITA‘” – Si serviva di una falsa identità per nascondere i suoi ‘guai’ giudiziari e potersi far affidare lavori pubblici dai funzionari ‘complici’ ai quali in cambio elargiva favori e mazzette. E’ finito in carcere, insieme con altre 3 persone, l’imprenditore Franco De Angelis, già arrestato nel 2015 quando era amministratore delegato della società dell’Interporto di Civitavecchia: era lui il ‘il dominus’ del giro di corruzione e tangenti.
De Angelis, nato nel 1955, per aggiudicarsi le gare risultate truccate, si serviva di una doppia identità grazie a un documento in cui come data di nascita era indicato il 1951, “inducendo in errore i funzionari che dovevano effettuare i controlli al casellario giudiziario e ai carichi pendenti – come si legge nell’ordinanza del gip Anna Maria Gavoni – eludendo l’accertamento delle condanne”.
NON SOLO SOLDI IN CAMBIO DI FAVORI – Smartphone, tartufi, camion in prestito o l’assunzione di un parente in un centro commerciale. Non ricevevano solo soldi i funzionari pubblici che facevano aggiudicare a imprenditori ‘amici’ i lavori al palazzo di giustizia di Roma. Gli imprenditori coinvolti dal canto loro offrivano aiuto nella nomina a direttore generale presso un ministero, l’acquisto di una casa a prezzo vantaggioso, ma anche lavori di manutenzione, la costruzione di una piscina o facevano assumere i familiari dei funzionari nelle imprese di costruzioni.
L’INTERCETTAZIONE – “Io su quella lì non ho bevuto acqua…ma lei a chi ha fatto bere?”. E’ quanto afferma parlando con un imprenditore uno dei funzionari pubblici coinvolti nell’inchiesta. La conversazione, intercettata e riportata nell’ordinanza del gip capitolino che ha disposto 20 misure cautelari, è inerente a una gara d’appalto e per il giudice Anna Maria Gavoni dimostra la “spregiudicatezza dei funzionari” sotto indagine.