Pubblicato il: 24/11/2019 19:36
Ritrovati i “dossier della vergogna”. Una sintesi di oltre 1200 pagine della relazione che la presidenza del Consiglio dei Ministri italiano trasmise, nel 1945, alla commissione alleata di controllo; pagine in cui si raccontano le atrocità commesse dalle truppe francesi contro i soldati italiani detenuti nei campi di prigionia africani.
Oltre a numerosi fascicoli sulle atrocità commesse dalle truppe francesi contro la popolazione italiana, fascicoli che raccontano di stupri, violenze, omicidi che hanno interessato Campania, Lazio, Toscana, Sicilia, Sardegna, Molise e Puglia, nei “dossier della vergogna”, vengono svelate le torture ai danni dei prigionieri, “confermando ancor di più – sottolinea a il presidente nazionale dell’Anmv, l’Associazione Nazionale Vittime delle Marocchinate – come i francesi si siano accaniti contro il popolo italiano tutto, militari e civili inermi, per vendicare l’attacco alla Francia del giugno del 1940″.
Ciotti svela come l’Anmv abbia rinvenuto nell’Archivio Centrale dello Stato di Roma “dei voluminosi fascicoli che elencano una serie di innumerevoli atti criminali, compiuti contro i nostri soldati italiani prigionieri nei campi di concentramento francesi”. “Stiamo preparando una ricca documentazione (l’Anvm dispone al momento di oltre 10 mila pagine) da inviare alla Corte internazionale dei diritti dell’uomo”, annuncia Ciotti.
Nei documenti si legge di come i prigionieri italiani venissero maltrattati e bastonati. Alcuni di loro venivano sepolti fino al collo e lasciati con la faccia al sole, senza acqua, per giornate intere. Altri, legati ad un palo, erano costretti a girarvi intorno per ore sotto il sole. Altri ancora, implotonati, dovevano restare immobili per ore con in spalla pesanti mattoni. I malati dovevano farsi 12 chilometri sotto il sole cocente prima di andare in infermeria. Chi non sottostava a questi trattamenti veniva giustiziato con un colpo di pistola, altri bastonati fino alla morte.
“I prigionieri, lasciati senza né cibo né acqua, venivano costretti ad arruolarsi nella legione straniera, ma anche quella era una forma diversa di prigionia e di maltrattamenti. Ecco da dove nasce il fenomeno della Marocchinate”.