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Pubblicato il: 25/11/2019 11:49
È giunto il momento che agli animali vengano riconosciuti i loro diritti: è questo il senso del convegno promosso dall’Associazione Italiana Vittime di Reato che si terrà il prossimo 27 novembre dalle ore 14,00 presso la Libreria Medichini di piazzale Clodio. La tavola rotonda, a cui parteciperanno, fra gli altri, gli avvocati Arianna Agnese, presidente dell’Aivr, Anna Di Loreto, del gruppo di lavoro Diritto degli animali Aivr, Aldo Minghelli, consigliere Ordine avvocati di Roma, affronterà la discussione analizzando l’attuale legislazione a favore degli animali e la circostanza che ancora oggi venga negata nel nostro sistema di diritto una soggettività giuridica che li riconosca “vittime di reato”.
“Questo spiega – commenta la presidente dell’Associazione Arianna Agnese – perché nel nostro paese perseveri una cultura della violenza senza conseguenze nei confronti degli animali, perché esistano ancora ragazzi, anche di buona famiglia, che credono di potersi divertire vedendo soffrire un povero animale, perché si contestino scelte animaliste come quelle dei vegani che, se pur opinabili, almeno evidenziano un problema reale come quello dell’inumanità delle catene alimentari di massa”.
Il convegno intende approfondire il tema se gli animali, in quanto esseri pienamente senzienti, debbano avere il diritto a vivere, liberi o addomesticati, senza subire inutili o crudeli sofferenze. Perché “c’è ancora chi giustifica i maltrattamenti sugli animali – continua l’avv. Agnese – sostenendo che, senza una vera coscienza o un’anima, la loro non sia propriamente sofferenza, ma soltanto una semplice reazione agli stimoli”.
“Tuttavia – continua Agnese – l’elaborazione portata avanti nelle Convenzioni Internazionali e nel Diritto penale italiano, con il reato di maltrattamenti (art. 544 ter c.p.), sembra riconoscere agli animali un vero e proprio diritto alla non sofferenza, provocata da violenza o da una vita in condizioni non conformi a quella naturale dell’animale. Dall’altra parte, la legislazione civile invece è assolutamente carente, essendo l’animale considerato come un bene e non come essere senziente, con tutte le conseguenze anche in tema di risarcimento del danno nel caso di ferimento o uccisione dell’animale. L’animale d’affezione non ha diritti nelle separazioni tra coniugi e viene utilizzato, come i figli, quale merce di scambio o ricatto, senza considerare la sofferenza che provoca all’animale l’essere distaccato dall’umano che ha prescelto e che considera il suo padrone”.
Il convegno vuole approfondire inoltre le tematiche attinenti ai fenomeni del randagismo e al fine vita dell’animale, diffondere la conoscenza dei presidi e degli strumenti che la legislazione ha approntato per intervenire in soccorso degli animali in difficoltà, anche per stimolare la politica ad una presa di coscienza sulle carenze della legislazione in tema di diritti degli animali.