Contratti: Cafà (Fonarcom), ‘no a conflitto imprese-lavoratori, terza via obbligatoria’ 

Cafà (Fonarcom): Terza via della contrattazione obbligatoria

Andrea Cafà, presidente Fonarcom

Pubblicato il: 27/11/2019 14:17

“Credo che la ‘terzia via’ della contrattazione sia una strada quasi obbligatoria che devono percorrere imprese e lavoratori che si avviano verso la società digitale. Il digitale è una grande opportunità, ma il mercato del lavoro nell’ambito del digitale richiede competenze alte e trasversali. Noi con questa ‘terza via’, con questo accordo interconfederale che abbiamo sottoscritto nei giorni scorsi, abbiamo voluto creare un nuovo modello di relazioni industriali che servirà a superare in futuro quella che è stata fino ad oggi la logica del conflitto tra datore di lavoro e lavoratore”. Così, con Adnkronos/Labitalia, Andrea Cafà, presidente del fondo interprofessionale Fonarcom, commenta, a margine del VII Forum Tutto Lavoro 2019 in corso a Roma e organizzato da Wolters Kluwer, l’accordo interconfederale siglato da Cifa e Confsal.

Per Cafà, ‘la strada’ da seguire è quella di un nuovo rapporto tra datori e lavoratori. “Noi crediamo -spiega- che datore di lavoro e lavoratore devono camminare insieme, hanno lo stesso obiettivo e il lavoratore deve partecipare attivamente all’attività dell’impresa”. “Insieme devono darsi degli obiettivi, insieme devono creare la giusta flessibilità che serve per raggiungerli, quindi programmare la produttività ma anche i premi di produttività. Per l’azienda ci saranno più utili, per il lavoratore più produttività”, sottolinea.

Particolare attenzione, per Cafà, deve essere data alla conciliazione dei tempi di vita-lavoro. “Non deve mancare il welfare, che è una misura importantissima che serve al lavoratore che serve per conciliare i tempi della vita professionale con quella familiare. E poi la formazione, che è al centro del nostro ‘modello’ di mercato del lavoro, che è molto attento alle competenze”. “Parliamo -aggiunge- di una forte relazione con il mondo dell’istruzione che a nostro avviso non può più stare fuori dal mercato del lavoro. Deve entrare a pieno titolo nel mercato del lavoro, dobbiamo permettere che le imprese che vogliono fare innovazione e andare verso il digitale abbiano la scuola e le competenze necessarie a disposizione”, conclude.