Danza: il duo contemporaneo Pogliani-Schiavulli in scena al Vascello 

Il duo contemporaneo Pogliani-Schiavulli in scena a Roma al Vascello

‘Devotee’, lo spettacolo firmato da Michele Pogliani in scena a Roma, al Teatro Vascello, il 21 gennaio

Pubblicato il: 20/01/2020 12:23

Due serate all’insegna della danza contemporanea, nate dalla collaborazione di due realtà solide nel settore, Mp3 Project di Michele Pogliani e la Compagnia Ez3 di Ezio Schiavulli, che si alterneranno sul palcoscenico del Teatro Vascello di Roma, il 21 e il 22 gennaio. Un sodalizio artistico che è nato diversi anni fa dallo scambio reciproco dei due coreografi, sempre attenti a sensibilizzare il pubblico con tematiche attuali e ricercate, modellandosi in fieri.

Il 21 gennaio in cartellone ‘Alethès-Sechs’ (I parte) firmato da Luca Della Corte che è anche l’interprete e ‘Devotee’ di Michele Pogliani in scena accanto a Gabriele Montaruli, Ivan Montis, Agnese Trippa. Entrambi i lavori partono dal testo di Michel Foucault ‘Mal fare, dire vero – Funzione della confessione nella giustizia. Corso di Lovanio’ (1981). Che cos’è o dove abita la verità? Quali forme assume nella contemporaneità e, ammesso che siamo pronti ad ascoltarla, quali strumenti abbiamo per comprenderla e farla nostra?

E ancora, se consideriamo il processo tecnologico come momento in(e)volutivo che si esprime (anche) attraverso la produzione-acquisizione di ‘false verità’ come ‘il profilo’ o ‘il selfie’, come e in che misura è possibile parlare di verità? Questi sono alcuni interrogativi da cui si dipanano le due ‘indagini coreografiche’ in stretto dialogo fra loro e immaginate come due ‘enunciati contraddittoriamente possibili’ sui concetti di confessione e di ‘veridizione’, ovvero l’atto di dire la verità e i processi che determinano la produzione e l’assorbimento della verità stessa.

Il 22 gennaio in programma ‘Silent Poets’ nato da un’idea del coreografo Ezio Schiavulli in collaborazione con i danzatori e interpreti Chloè Apfel, Gabriele Montaruli, Giuseppe Morello su una creazione musicale originale composta da Dario Defilippo, Mauro Gargano, Gianni Gebbia. Lo spettacolo è un processo coreografico elaborato pensando alle patologie delle personalità borderline e ispirato ai poeti maledetti, Baudelaire, Verlaine, Janis Joplin, Jimmy Hendrix e Pier Paolo Pasolini.

La costruzione nasce dall’archetipo del labirinto, concepito come uno spazio limitato, immaginario, astratto, un luogo di incontro, di visioni collettive e di bisogni individuali. Un gioco iniquo, al quale partecipano personalità estreme che reagiscono in maniera reazionaria ad uno spazio definito, claustrofobico, geometrico, disfacendo la simmetria.