Messina: 11 arresti per corruzione, anche funzionari pubblici 

Messina: 11 arresti per corruzione, anche funzionari pubblici

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Pubblicato il: 03/03/2020 08:52

in corso dall’alba di oggi una maxi operazione della Squadra mobile di Messina che sta eseguendo undici arresti, per corruzione, rivelazione di segreto d’ufficio e fittizia intestazione di beni. In manette anche un funzionario pubblico di Messina e un altro di Trapani. Entrambi avrebbero intascato delle mezzette. L’inchiesta, chiamata ‘Ottavo cerchio’, ha preso il via la notte di Capodanno del 2019, quando furono sparati dei colpi di pistola contro la saracinesca di un esercizio commerciale, una tabaccheria sita in zona Camaro. In un primo momento l’episodio “pareva integrare gli estremi di un preciso segnale intimidatorio rivolto ai titolari dell’esercizio per un possibile intento estorsivo”, dicono gli inquirenti. E’ venuta così alla luce “l’esistenza di un sistema di corruzione che coinvolgeva, a vario titolo, persone operanti sia nel settore pubblico che in quello privato”.

Quattordici, in totale, le persone indagate, undici delle quali raggiunte da misure cautelari. È anche in corso di esecuzione il sequestro preventivo del complesso di beni e utilità economiche di una società commerciale.

Secondo quanto emerso dalle indagini coordinate dal Procuratore capo di Messina Maurizio de Lucia, tra gli arrestati di oggi, un imprenditore avrebbe stipulato un accordo con un funzionario del Genio Civile. Per ogni appalto vinto avrebbe pagato duemila euro.

Le mazzette intascate dai due funzionari di Messina e di Trapani sono state registrate in diretta dalle ‘cimici’ degli investigatori della Squadra mobile di Messina. In particolare, le intercettazioni hanno registrato le tangenti durante le conversazioni degli indagati. In un caso, sarebbe stato offerto al dirigente del Genio Civile un soggiorno in albergo e altri privilegi.

Fra le persone finite in manette, c’è anche una ‘talpa’ al Palazzo di giustizia di Messina che passava notizie riservate ad alcuni imprenditori. Si tratta dell’autista di un magistrato, accusato di corruzione, che è agli arresti domiciliari. Era in servizio alla Direzione distrettuale antimafia di Messina. Secondo i magistrati avrebbe passato notizie su indagini in corso e informazioni sugli spostamenti dei magistrati. Dalle carte emerge che l’autista giudiziario in cambio delle notizie avrebbe chiesto l’assunzione per una persona vicina.