Fumetti: manga a Casapound, fondatore Yamato video vs sceneggiatore Dylan Dog  

Manga a Casapound, fondatore Yamato Video vs sceneggiatore Dylan Dog

UFO ROBOT GOLDRAKE FUMETTI GIAPPONESI CARTONI ANIMATI (Mario Di Salvo/Fotogramma, MILANO – 2004-04-21) p.s. la foto e’ utilizzabile nel rispetto del contesto in cui e’ stata scattata, e senza intento diffamatorio del decoro delle persone rappresentate

Pubblicato il: 06/03/2020 21:00

Non si placa la querelle nel mondo del fumetto sulla conferenza sui manga giapponesi che avrebbe dovuto tenersi questa sera a CasaPound (ma che è stata poi rinviata per l’emergenza coronavirus) con la partecipazione dello storico fondatore di Yamato Video Marco Turconi, oltre che dello yamatologo Riccardo Rosati e dello scrittore Enrico Petrucci. In campo è sceso anche uno dei più noti fumettisti italiani, Roberto Recchioni, tra l’altro sceneggiatore e curatore di Dylan Dog.

“Non sto capendo – ha scritto Recchioni su Facebook – CasaPound organizza un incontro a tema anime e manga e, sulla locandina, campeggia il nome di Marco Turconi della Yamato Video, con tanto di logo dell’azienda. Scoppia la polemica e Yamato Video si affretta a far sapere che CasaPound non era autorizzata e che l’azienda si dissocia assolutamente da questa iniziativa, anche se Turconi ci parteciperà comunque, a titolo personale. Marco Turconi, che di Yamato Video è il fondatore. Ma non si faceva prima a dire: sì, ci piacciono i fascisti?”.

E’ lo stesso Turconi ora a replicare a Recchioni attraverso una lettera aperta inviata all’Adnkronos: “Yamato – spiega – nasce 30 anni fa con uno scopo semplice ma non facile: far arrivare in Italia il meglio dell’animazione giapponese” e “per riuscire in questo scopo, in questi anni abbiamo realizzato centinaia di titoli di tutti i generi, partecipato a centinaia di fiere e siamo stati ospiti di decine di eventi nei luoghi più disparati (circoli Arci, associazioni culturali, feste di paese di partito, ecc.). In questi eventi c’è sempre stato chiesto di parlare di animazione, cosa che abbiamo sempre fatto con passione ed entusiasmo, senza mai domandarci se chi ci stava ascoltando avesse questo o quell’interesse sessuale o politico (specularmente nessuno di loro si è mai interessato di quelle che erano le nostre tendenze sessuali o politiche). In quel momento eravamo tutti affascinati ad una sola cosa l’animazione giapponese”.

“Queste cose – aggiunge Turconi – sono avvenute in un clima di ‘caccia alle streghe’ da parte di associazioni, enti moralisti e gruppi di benpensanti che ‘non capivano’ la nostra passione. Dopo tutti questi anni, fortunatamente, il modo di percepire il mondo dei fumetti e dell’animazione è cambiato. Non sono così presuntuoso da dire ‘solo per merito nostro’… mi limiterò ad un più veritiero ‘anche per merito nostro’. Spero di essere riuscito nel mio intento di portare un po’ di chiarezza”.Poi, a Recchioni il fondatore di Yamato Video elenca “gli errori presenti nel suo post”. A cominciare dalla locandina dell’incontro sulla quale, spiega, “il logo aziendale non è presente”.

Quanto al post di Yamato Video, Turconi spiega: “La comunicazione è stata fatta in un momento di forte pressione da una persona non informata dei fatti. Questo ha creato un testo che invece di chiarire lo scopo della mia presenza all’evento ha dato adito ad un improbabile coinvolgimento politico dell’azienda ed ad un suo successivo ripensamento”.

Detto questo, aggiunge, “le sue ricerche sono corrette, sono uno dei soci fondatori di Yamato”, e spiega: “Aggiungo che CasaPound mi ha invitato a parlare di animazione e a quello come mia abitudine mi sarei limitato. Penso con la mia testa e sbaglio con la mia testa, tuttavia per un’unica volta mi voglio allineare al ‘pensiero’ di qualcun altro, il suo: ‘Si, mi piacciono i gay, l’universo ARCI, il mondo LGBT, i nerd, gli OtaKu, i geek, gli sfigati, gli esclusi, le feste politiche, le feste di paese mi piacciono tutti coloro che apprezzano l’animazione giapponese, anche i fascisti (se Casa Pound mi inviterà di nuovo a parlare di animazione). Rimango fedele alla mia idea, questa azienda è nata con un unico scopo e con un unico interesse: diffondere l’animazione giapponese. Questo è ‘quanto le dovevo'”.